"Millennium: quello che non ti uccide" è il seguito cinematografico della fortunata serie di romanzi e film "Millennium", di cui ho solo visto i film.
C'è un po' di confusione perché gli originali sono svedesi, del resto lo scrittore era Stieg Larsson. Quindi hanno fatto i primi 3 film in Svezia, bellissimi, per poi ripartire con la versione USA. Altrettanto belli, ma era necessario?
Però, c'è un però...
I libri, dopo la morte dell'autore, hanno proseguito con David Lagercrantz, mentre i film hanno avuto delle varianti che non ho capito.
I libri sono:
- Stieg Larsson, Uomini che odiano le donne
- Stieg Larsson, La ragazza che giocava con il fuoco
- Stieg Larsson, La regina dei castelli di carta
- David Lagercrantz, Quello che non uccide
- David Lagercrantz, L'uomo che inseguiva la sua ombra
- Uomini che odiano le donne (Män som hatar kvinnor) (Svezia, Danimarca) (2009)
- La ragazza che giocava con il fuoco (Flickan som lekte med elden) (Svezia, Danimarca) (2009)
- La regina dei castelli di carta (Luftslottet som sprängdes) (Svezia, Danimarca, Germania) (2009)
Poi hanno rifatto il primo USA, che riprende il primo romanzo anche:
Con la regia di David Fincher
-Millennium - Uomini che odiano le donne (The Girl with the Dragon Tattoo) (USA, UK, Svezia, Germania) (2011)
La protagonista Lisbeth Salander interpretata da (a sinistra) Noomi Rapace (serie svedese) e Rooney Mara che recita nel primo Usa |
E ora l'enigma: perché il film in questione è il quarto della saga scritto da David Lagercrantz?
Mistero...
Con la regia di Fede Álvarez
- Millennium - Quello che non uccide (The Girl in the Spider's Web) (USA, UK, Svezia, Germania, Canada) (2018)
Claire Foy altro nuovo volto per Salander |
E' ovvio che questo mi ha creato dei buchi, ma mi è bastato rivedere quelli svedesi, anche se non sono simili a quelli USA. Tre donne, tre attrici con due stili di regia sono però troppi per fare una saga, a mio avviso. Ma questo abbiamo e dobbiamo accettarlo.
Il film per fortuna non è male, si va vedere. Non ho idea però se sia fedele ai romanzi. Ho trovato un po' forzata la sorella e comunque nel mezzo, da quando sono bambine al ritrovarsi da adulte, c'è un buco spiegato in poche battute che fatico a digerire.
Molto belle le ambientazioni, la fotografia e molte scene in cui Lisbeth diventa meglio di un personaggio di un videogioco e fa cose che Tomb Rider's Lara Croft non se le sogna neppure.
Infatti, il confine tra questo film "serio" e il film reboot su Lara non lo vedo. Anche la sorella "patinata" è perfetta per l'antagonista.
Donne dure, che fanno cose che sono irreali nella vita vera, ma se parte da un romanzo giallo, va bene, se parte da un videogioco, non è serio.
Che dire? Siamo alle solite.
Mi è piaciuto, ma perché mi piacciono i videogiochi. Altrimenti questa Salander sarebbe una farsa stereotipata, che fa la dura col cuore tenero, che fa l'hacker solo a tempo perso... insomma se irreale dev'essere, che Lara Croft sia. Ops, scusate, che Lisbeth Salander sia.
Alla prossima.
Nota finale: Il primo resta memorabile.
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