lunedì 16 gennaio 2012

[libro] EverWorld 12 -SOS per il grande mago di K.A. Applegate

Fonte Libri e Caffelatte
AVVERTENZE: Essendo il libro conclusivo, la recensione contiene il finale della saga.
!!! SPOILER !!!
cover MONDADORI
INCIPIT + CAPITOLO 1
LA COSA GIUSTA DA FARE
Nessuno mi aveva costretto a uccidere Senna. L'avevo fatto perché avevo voluto farlo. Perché ero convinta che fosse la cosa giusta da fare. E ne ero tuttora convinta. Eppure, ad ogni momento che passava, ad ogni passo che facevo, il senso di colpa diventava quasi insostenibile.
Io volevo solo andarmene via da Everworld. Non c'era posto per me, qui. Volevo solo tornare a casa e dimenticare tutto. Era questo il mio sogno impossibile. Nel mondo reale uccidere Senna non sarebbe mai stato un atto giustificabile. Qui a Everworld, era stato necessario.

CAPITOLO I
Sette. Sette sopravvissuti. Gli unici scampati all'orrore.
Eravamo su una collina, davanti a ciò che restava della contea di Merlino. Era stato Merlino il Magnifico a condurci sin lì, a farci fuggire dal castello attraverso un tunnel che si apriva sotto il mastio e passava sotto il fossato. Merlino. Un mago potente, ma ora umiliato, preoccupato. Incapace, come tutti noi, di ignorare la grama realtà di quanto avevamo appena visto con i nostri occhi.
Lo sterminio quasi totale delle forze di Loki, il dio della distruzione dei miti nordici. La repentina e indubbia uccisione del figlio di Loki, il gigantesco lupo Fenrir. E la distruzione quasi totale dell'esercito di re Camulos. La sua morte. Il trionfo della tecnologia delle armi moderne su archi e frecce, sulla forza bruta dei troll, sulla mole inconcepibile di una creatura mitologica che, qui a Everworld, era reale.
Un po' più indietro rispetto a Merlino c'erano Etain, la principessa irlandese per metà di sangue elfo, e sua madre, la regina Goewynne, del popolo degli elfi. Senza più una casa, scacciate dal loro regno, dalla contea di Merlino. Re Camulos, padre dell'una e marito dell'altra, era morto.

Etain. Capelli rossi, occhi azzurri, pelle perfetta, vestita come una principessa irlandese delle fiabe, con una lunga veste dalla scollatura profonda, ora a brandelli e imbrattata di sangue. Etain aveva tutto il fascino di una vera bellezza irlandese, ma non solo. Etain era intelligente e curiosa, era assennata e consapevole delle questioni di stato. Era al cento per cento la figlia di un re. Adesso, era la figlia di un re morto. Era un'esiliata.
Goewynne. Fino a quella mattina, sovrana benigna e potente della contea di Merlino, a fianco di re Camulos. Goewynne poteva far pensare a una signora dell'alta società, di cui però non aveva la boria, ma solo l'eleganza e la grazia e la profonda consapevolezza del proprio ruolo. Fisicamente era bella: lunghi capelli neri e setosi e occhi di un azzurro chiarissimo, che ora sembravano grigi per la profonda tristezza. Goewynne era stata sposa devota di re Camulos.
Adesso era una vedova, la faccia gonfia e contusa per le percosse ricevute da un Sennita. Eppure, riusciva in qualche modo a conservare un'aria di regalità. Non riuscivo nemmeno a immaginare quanto le fosse costato restare così padrona di sé mentre la società ordinata e pacifica della contea di Merlino veniva distrutta, schiacciata dalla tecnologia di una società più avanzata e più civilizzata. Una tragica e perversa ironia della sorte.

La contea di Merlino era una deliziosa cittadina portuale dell'Irlanda, o meglio, della versione everworldiana dell'Irlanda. Un porto pittoresco, un parco, case di pietra calcarea dai tetti di paglia o di tegole. Strade acciottolate, piccoli e prosperi negozi, persino una linea tranviaria.
Adesso niente di tutto questo esisteva più. Ogni casa sventrata e bruciata, gli abitanti torturati, massacrati, costretti a fuggire dalle loro abitazioni.
L'Irlanda. Era il posto più bello che avessimo visitato qui a Everworld. Terra dei Tuatha De Danaan, sacra isola del Daghdha. Solo che ora il Daghdha era morto, ucciso da Ka Anor.
Ma, anche senza il padre dei suoi dei, questa Irlanda aveva prosperato in pace per duecentonove anni. Da quando il Consiglio di Pace si era riunito al Magh Tuireadh. Da quando gli irlandesi avevano scelto di seguire la via indicata da Merlino.
L'Irlanda dunque prosperava da più di duecento anni. Fino al nostro arrivo. Quattro ragazzi venuti del Vecchio Mondo. Seguiti poco dopo da Senna e dalla sua banda di forsennati, carichi di armi, che Everworld non aveva mai visto prima. Le avevano usate contro il popolo irlandese.

Quattro ragazzi di un quartiere a nord di Chicago, Illinois. Vestiti con un bizzarro assortimento di indumenti sporchi che da tanto tempo ormai avevano perso ogni somiglianza con degli indumenti "civili" o alla moda.
David, il capo, perché lui aveva bisogno di fare il capo, perché noi avevamo bisogno che lui facesse il capo. Il responsabile. L'eroe. Colui che ancora possedeva la spada di Sir Galahad. Pesto, insanguinato e pieno di li-vidi, ma dritto e altero.
Jalil, l'uomo di scienza, la voce della ragione. Il più intelligente. Coraggioso, pure. Spietato, mai sentimentale, attento al proprio tornaconto, quando serviva. Ma decisamente affidabile. Mi aveva salvato la vita in più di un'occasione, non senza correre gravi rischi in prima persona. Adesso la pubblica umiliazione che crudelmente Senna gli aveva inflitto lo aveva spezzato nell'intimo. Resisteva stoicamente, dritto, lo sguardo fisso davanti a sé.
E poi c'era Christopher. Aveva portato in braccio Etain dal castello lungo tutto il tunnel di pietra buio e umido e l'aveva lasciata solo quando avevamo raggiunto la cima della collina.
Solo pochi momenti prima Christopher era schiavo della magia di Senna, era pronto a tradirci tutti, mi teneva un mitra puntato alla testa. Ma adesso era libero da Senna. Era ferito e scoraggiato, ma era tornato uno di noi.
E infine c'ero io. April O'Brien. Era stata Goewynne a condurmi via dal castello, tenendomi per mano come se fossi in trance, come se fossi stordita, sotto shock. Mi aveva condotto sulla collina, lontano dalla scena del crimine.
April O'Brien. Una persona rispettabile e buona in un mondo. Un'assassina nell'altro.
Eravamo rimasti solo in quattro, perché Senna era morta.
L'avevo uccisa io.

TRAMA e CONCLUSIONI: E' finita. Senna non c'è più. I ragazzi svaniscono nel mondo reale e rimangono a combattere in Everworld. Il resto importa poco.
E' un finale un po' malinconico, speravo in un finale "col botto".
In realtà, la guerra prosegue ma Applegate si ferma qui. Loki, Thor, Odino e Baldur si uniscono contro Ka Anor per liberare Everworld dai Senniti, ma April si addormenta con questa frase nella mente:
-"Si vive soli e si muore soli". Siamo soli quando veniamo al mondo, siamo soli quando ne usciamo. Soli. Ed è nostra la scelta di tornare indietro o di andare avanti.-
!!! FINE SPOILER !!!

Forse è un finale giusto, ma dopo 12 libri speravo in un finale "finale". Questo sembra più una "pausa". Uno stand by, insomma. Anche alcune domande su Senna, non sono state del tutto chiarite. Pazienza.
Rimane una saga piacevole, per un lettore che cerca svago e azione.
Questi ragazzi mi mancheranno, mi ero affezionata. Anche Everworld, infondo.
SAGA PROMOSSA!

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