giovedì 14 luglio 2011

Fahrenheit 451 di R. Bradbury (Libro+Film di Truffaut)

MONDADORI
LA RECENSIONE COMPLETA è QUI! quella che segue è solo una parte.


Famoso romanzo UCRONICO di Ray Bradbury che nasce da un racconto breve THE FIREMAN del 1951 pubblicato su Galaxy Science Fiction e da noi uscito in due puntate su Urania Rivista nel 1953 col titolo "Gli anni del rogo".

INCIPIT (extended)
Parte prima.
Il focolare e la salamandra.
Era una gioia appiccare il fuoco.
Era una gioia speciale veder le cose divorate, vederle annerite, "diverse". Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non sai che direttore d'orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia. Col suo elmetto simbolicamente numerato 451 sulla stolida testa, con gli occhi tutta una fiamma arancione al pensiero di quanto stava per accadere la prossima volta, l'uomo premette il bottone dell'accensione, e la casa sussultò in una fiammata divorante che si dette ad arroventare il cielo vespertino, poi ad ingiallirlo e infine ad annerarlo. Egli camminava entro una folata di lucciole. Voleva soprattutto, come nell'antico scherzo, spingere un'altea su un bastone entro la fornace, mentre i libri sbatacchiando le ali di piccione morivano sulla veranda e nel giardinetto della casa, salivano in vortici sfavillanti e svolazzavano via portati da un vento fatto nero dall'incendio.
Montag fece il sorriso crudele di tutti gli uomini bruciacchiati e respinti dalla fiamma.
Sapeva che quando fosse ritornato alla sede degli incendiari avrebbe potuto ammiccare a se stesso, specie di giullare negro, sporco di carbon fossile, davanti allo specchio. Poi, all'atto di andare a dormire, si sarebbe sentito quel sorriso di smorfia ancora artigliato nei muscoli facciali, al buio. Non scompariva mai, quel sogghigno, non se n'era andato mai nemmeno una volta per lontano che risalisse con la memoria.


TRAMA: Guy Montag è un PIROFILO cioè uno che appicca incendi! Per l'esattezza brucia i libri, retaggio di una società sbagliata quando la gente voleva pensare, sognare, avere idee insomma!


Il libro si apre con l'incontro tra Montag e Clarisse, una 17enne un po' pazza come si definisce lei. Attraverso IL DIALOGO risaltano alcuni punti interessanti:
-la leggenda che un tempo i "vigili del fuoco" spegnessero incendi è falsa!
-NON si leggono i libri prima di bruciarli. E' vietato dalla legge. SI DISTRUGGONO E BASTA!
-la televisione occupa molto tempo nella vita quotidiana di una persona.
-è molto difficile incontrare qualcuno per strada. Nessuno passeggia più. Tutti, quando non lavorano, rimangono in casa davanti alla tv.
Ecco quello che io chiamo un dialogo costruttivo ^^
(...)
Ogni volta che Montag parla con Clarisse è un modo dell'autore per spiegare il mondo di F451. In più, è lei che gli accende certe idee e dubbi in Montag. Lei dice: Cos'è più sociale? Io che passeggio e parlo con te o quando a scuola siamo tutti seduti in silenzio a guardare la Parete-tv? Domande come questa rendono le passeggiate con Clarisse un piacevole momento di riflessione per Montag e per il lettore.
Dal film di Truffaut, Clarisse e Montag
DIFFERENZE: il personaggio di Clarisse ha 20 anni e fa l'insegnante.
Avrà un ruolo più importante rispetto al libro, che è solo marginale.
Montag è sposato con Mildred, una donna "vuota" che fa un notevole uso di pastiglie, per dormire soprattutto, e di PARETI-TV. Ne ha ben tre, una anche in camera da letto. 
Una notte Montag rincasa e la trova quasi morta. Dimentica di aver già preso le tre pastiglie per la notte, ne ha prese altre. Forse più volte, fino all'overdose. La scena dei dottori è inquietante. Arrivano due infermieri e l'unica cosa che fanno è un bel riciclo totale del sangue! Fine! La donna si risveglierà il giorno dopo come nuova.
Un gruppo sanguigno a caso...
E' molto triste quando Montag si accorgerà che non l'avrebbe pianta! Anzi, dal libro: "(...) Perché sarebbe stata la morte di una persona sconosciuta, un volto di passante, un'immagine vista su un giornale, e ad un tratto gli apparve così ingiusto di essersi messo a piangere, non alla morte, ma al pensiero che "non avrebbe pianto" alla morte di lei, uomo sciocco e fatuo accanto a una donna sciocca e vuota, mentre il serpente famelico la faceva ancora più vuota."
Nel film hanno il letto matrimoniale
ma nel libro due letti singoli.
C'è una LEGGERA SFUMATURA TECNOLOGICA, cosa che mi ha piacevolmente stupito, rappresentata dal SEGUGIO MECCANICO che i pirofili hanno alla Casa del Fuoco.
Dal libro: "Il Segugio Meccanico dormiva, ma senza dormire, viveva, ma senza vivere, nel suo canile dolcemente ronzante, dolcemente vibrante, tutto soffuso d'una luce blanda, in fondo a un angolo buio della casa del fuoco.
La luce fioca dell'una dopo mezzanotte, la luce della luna che pioveva dal gran cielo aperto incorniciato nell'intelaiatura della finestra immensa, sfiorava qua e là il bronzo, il rame, l'acciaio della belva percorsa da un lievissimo tremito. La luce sfavillava su perline color rubino e sui sensibili peli capillari nelle narici irsute di nylon della creatura che fremeva, vibrava lievissimamente con le otto zampe disposte come quelle di un ragno sotto il corpo su zampe dai cuscinetti di gomma."
MOLTO CARINO, vero? ^_^
Nel film, purtroppo, non c'è!

Un giorno come tanti altri, Montag si reca per l'ennesima pulizia nella casa di una vecchietta. La donna nascondeva dei libri. Anche se solo di sfuggita, legge una riga "Il tempo si è assopito nel gran sole del meriggio". Come fosse stata incisa da un ferro rovente, quella frase gli rimane in testa. Nasconde il libro salvandolo dalle fiamme. La donna si lascerà bruciare con i libri.
Che scena! In più la signora parla citando frasi di libri.
Nel film è resa benissimo!
In casa della vecchietta, Montag ruba un libro e inizierà a leggerlo di nascosto, in casa e di notte. Non si fermerà a questo solo. Le letture cambieranno il suo modo di vedere le cose. Inizierà a "pensare", a riflettere su chi e cosa lo circonda. E' bellissimo!

Fin qui, spero di avervi incuriosito per la lettura.
In Libri e Caffèlatte prosegue con l'avviso di SPOILER.

CONCLUSIONI: F451 è sicuramente un libro da leggere! Un libro che fa riflettere sull'importanza che ha il nostro bagaglio culturale. Non saremmo ciò che siano senza "quel che c'è stato". L'idea di fondo del libro mi è piaciuta però non sono rimasta colpita come 1984 di Orwell.
Forse perchè F451 è più satirico che cupo.
Montag ha molte libertà rispetto a Winston di '84. Ha un moglie anche se deprimente fino all'inverosimile. Ha una casa, ha modo di trascorrere delle serate piacevoli. Insomma, ha una vita anche se sente che qualcosa gli manca. Winston no!
Orwell mi ha marchiata a fuoco, Bradbury si è lasciato leggere bene ma niente marchio.
A mio avviso, hanno anche due spessori diversi.
Orwell è riuscito a dare verosimiglianza a un mondo claustrofobico e totalitarista laddove Bradbury ha tentato di far solo riflettere sull'importanza del fruire delle idee e della conoscenza.
In entrambi i casi risalta la necessità di comunicare le opinioni e le emozioni liberamente ma in 1984 i toni grigi contribuiscono nell'esaltare la scintilla di speranza che Winston cerca. Che trova e gli viene strappata via senza pietà. Al contrario, Montag mi è sembrato più un personaggio con un disagio ma non di vitale importanza.
Comunque lo PROMUOVO senza dubbio.

FONTE: LIBRI E CAFFELATTE
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