lunedì 28 novembre 2011

La fine del mondo storto di M. Corona

FONTE LIBRI E CAFFELATTE
MONDADORI
INCIPIT
Mettiamo che un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti petrolio, carbone ed energia elettrica. Non occorre usare fantasia per immaginarselo, prima o dopo capiterà, e non ci vorrà nemmeno troppo tempo. Ma mentre quel giorno prepara il terreno, facciamo finta che sia già qui. Ha un brutto muso, è un tempo duro, infame, scortica il mondo a coltellate e lo spoglia di tutto. Di quel che serve e di quel che non serve. La gente all'improvviso non sa più che fare per acciuffare il necessario. Prova a inventarsi qualcosa e intanto arranca, senza sapere che una salvezza esiste. Il necessario sta dentro la natura. Ma, per averlo, occorre cavarlo fuori, prenderlo con le mani, e la gente le mani non le sa più usare.
«Sacramento che disgrazia!» dicono. «Non sappiamo usar le mani.»
Ma partiamo dall'inizio.

TRAMA (dalla quarta): Un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l'energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l'un l'altro. E ora come faranno? 
La stagione gelida avanza e non ci sono termosifoni a scaldare, il cibo scarseggia, non c'è nemmeno più luce a illuminare le notti. Le città sono diventate un deserto silenzioso, senza traffico e senza gli schiamazzi e la musica dei locali. 
Rapidamente gli uomini capiscono che se vogliono arrivare alla fine di quell'inverno di fame e paura, devono guardare indietro, tornare alla sapienza dei nonni che ancora erano in grado di fare le cose con le mani e ascoltavano la natura per cogliere i suoi insegnamenti. Così, mentre un tempo duro e infame si abbatte sul mondo intero e i più deboli iniziano a cadere, quelli che resistono imparano ad accendere fuochi, cacciare gli animali, riconoscere le erbe che nutrono e quelle che guariscono. 
Resi uguali dalla difficoltà estrema, gli uomini si incammineranno verso la possibilità di un futuro più giusto e pacifico, che arriverà insieme alla tanto attesa primavera. Ma il destino del mondo è incerto, consegnato nelle mani incaute dell'uomo... 

CONCLUSIONI:
Intanto NON è un romanzo! E' un PAMPHLETMAGARI ERA IL CASO DI DIRLO, NO? 
Questo scritto è solo un lungo sproloquio polemico di finto perbenismo anche un po' ipocrita di uno "scalatore-montanaro-scultore" che però, anzichè starsene in montagna, imbratta 160 paginette di banalità, senza inizio-svolgimento-fine, e le vende con Mondadori a 18.00 euro. 
E poi è "il mondo" che fa schifo? Bha! 
Da che pulpito viene poi 'sto predicozzo infinito su quanto non ci sia nulla da salvare al mondo? Su quanto i giovani siano sbagliati? Dal Dalai Lama? Be' da lui lo potrei anche accettare. Ma da Mauro Corona, no!
Ha dei problemi in campagna, Signor Corona, 
che si ostina a venire in città? 
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domenica 20 novembre 2011

Il Mummificatore di N. Brunialti

Fonte LIBRI E CAFFELATTE
NEWTON COMPTON
INCIPIT

"Mummificatore”, pensò l’uomo sogghignando.
Mi piace.
Quanta fantasia hanno…
Sono quarant’anni che mi cercano invano. Non mi prendono e non mi prenderanno mai.
Io so come uccidere. E lo faccio bene. Senza sbavature. Senza ripensamenti.
Per questo mi considerano un mostro.
Hanno analizzato così a fondo i miei comportamenti che ormai sembrano conoscermi molto meglio di quanto io conosca me stesso. Qualcuno, addirittura, si è detto certo che da piccolo sono stato maltrattato. Se sapessero quanto sono lontani dalla verità…
La mia infanzia è stata bellissima. Ho avuto i genitori migliori che un bambino possa desiderare. Mio padre con me non ha mai alzato la voce. Non ce n’era bisogno. All’epoca un ragazzino sapeva come doveva comportarsi. Anche se…
Ricordo perfettamente una sera di tanti anni fa. Eravamo seduti intorno al tavolo per la cena; io non volevo mangiare i cavolini di Bruxelles. Li odiavo. E li odio, ancora. Al solo sentirne l’odore, vengo preso da conati di vomito. Be’, anche quella sera feci il diavolo a quattro,ma i miei non fecero un fiato. Solo, non mi fecero alzare finché non li finii tutti. Ed era la mattina del giorno seguente. Era così che funzionava.
Se lo raccontassi a quelli della televisione, troverebbero subito un nesso fra i cavolini e i miei “delitti efferati”, come li chiamano. Ma il nesso non c’è.
Io uccido perché mi piace. Non per i cavolini di Bruxelles.
UN ESTRATTO LO TROVATE QUI!

TRAMASophie ha tredici anni e tutti pensano che sia una ragazzina “strana”. Sarà per quel ciuffo di capelli fucsia davanti agli occhi, o forse perché è indipendente, introversa, ama la musica gothic e parla poco. L’unico con cui si confida è nonno Thomas, che l’ha sempre accettata e amata così com’è. Ma il nonno è morto, da tre anni...
Eppure Sophie non lo ha mai dimenticato: ogni mattina, prima di andare a scuola, lo va a trovare a Ober St Veit, il cimitero di Vienna, e gli racconta segreti e paure. Ma un giorno, tra tombe e alberi spogli, Sophie scompare, senza lasciare traccia. La polizia indaga, ha pochi indizi e un unico terribile sospetto…
Che l’introvabile serial killer che terrorizza la città possa aver colpito ancora? Nessuno può immaginare che la ragazza sia stata risucchiata in un inquietante mondo parallelo…
Tra fantasmi che camminano sulla Terra, città infestate e case pericolanti, Sophie si troverà coinvolta in un’avventura più grande di lei. Riuscirà mai a tornare a casa?

CONCLUSIONI: E' un'avventura molto leggera per ragazzini, intorno ai 12-13 anni. Purtroppo, credevo fosse per tutti ma l'ingenuità con cui si snoda la trama lascia supporre che sia solo per i più giovani.
Il personaggio del mummificatore è poco sfruttato, a mio avviso. Se avesse mostrato qualcosa, se avesse fatto qualcosa più avanti nella narrazione sarebbe stato più coinvolgente. Così rimane un po' asettico.
Carino però il mondo degli spettri, anche se per chi legge GAIMAN non sarà certo una novità.

sabato 19 novembre 2011

Mattatoio n.5 (La crociata dei bambini) di K. Vonnegut

Fonte Libri e Caffelatte
FELTRINELLI

INCIPIT

È tutto accaduto, più o meno. I brani di guerra, in ogni caso, sono abbastanza veri. Un tale che conoscevo fu veramente ucciso, a Dresda, per aver preso una teiera che non era sua. Un altro che conoscevo minacciò veramente di fare ammazzare i suoi nemici personali, dopo la guerra, da dei killer. E così via. Ho cambiato tutti i nomi.
Io tornai veramente a Dresda con i soldi della Fondazione Guggenheim (Dio la benedica) nel 1967. Somigliava molto a Dayton, nell'Ohio, ma c'erano più spazi vuoti che a Dayton. Nel terreno dovevano esserci tonnellate d'ossa umane.
Ci tornai insieme a un vecchio compagno di guerra, Bernard V. O'Hare, e facemmo amicizia con un tassista che ci portò al mattatoio dove eravamo rinchiusi la notte come prigionieri di guerra.
Si chiamava Gerhard Müller. Ci disse che era stato per un po' prigioniero degli americani. Gli domandammo che effetto faceva vivere sotto i comunisti, e lui disse che al principio era terribile, perché tutti dovevano lavorare molto duro, e perché non c'erano case e mancava da mangiare e da vestirsi. Ma adesso le cose andavano molto meglio. Lui aveva un bell'appartamentino, e la figlia frequentava una buona scuola. Sua madre era rimasta incenerita nell'incendio di Dresda. Così va la vita.
A Natale mandò a O'Hare una cartolina, ed ecco cosa diceva: «Auguri a lei, alla sua famiglia e al suo amico buon Natale e felice anno nuovo e spero che ci incontreremo di nuovo in un mondo libero e in pace nel mio tassi, se il caso vorrà.»

TRAMA (dalla quarta): Verso la fine della seconda guerra mondiale Vonnegut, americano di origine tedesca, accorse con tanti altri emigranti in Europa per liberarla dal flagello del nazismo. Fatto prigioniero durante la battaglia delle Ardenne, ebbe la ventura di assistere al bombardamento di Dresda dall'interno di una grotta scavata nella roccia sotto un mattatoio, adibita e deposito di carni. Da questa dura e incancellabile esperienza nacque "Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini", storia semiseria di Billy Pilgrim, americano medio affetto da un disturbo singolare ("ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere") e in possesso di un segreto inconfessabile: la conoscenza della vera natura del tempo.

Dal libro: Così sollevai la mano destra e le feci una promessa. «Mary,» dissi «non credo che finirò mai questo libro. Ormai devo aver scritto cinquemila pagine, e le ho buttate tutte via. Se mai lo finirò, comunque, le do la mia parola d'onore: non sarà una cosa da Frank Sinatra o John Wayne. 
«Le dirò una cosa» feci. «Lo intitolerò La crociata dei bambini

Billy dal un'immagine del film "Slaughterhouse-Five" del 1972
di George Roy Hill
Provo a fare la trama "lineare". Non è facile anche perchè mancano dei pezzi e spesso i flash back sono anche di poche righe, comunque ci provo. Metto ovviamente le parti più importanti.

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giovedì 17 novembre 2011

EverWorld 10 - Mondi Sommersi di K.A. Applegate

Fonte LIBRI E CAFFELATTE
MONDADORI
INCIPIT
ACQUA, OVUNQUE...

Gli squali non erano grandi per gli standard di Everworld, ma erano sicuramente grandi. Nessuno era inferiore ai sei metri di lunghezza. Sei lunghi metri di squalo affamato. Con uno scatto repentino e fulmineo, uno degli squali strappò un nano dal suo sedile e lo spezzò in due.
Le gambe, che ancora scalciavano, caddero fluttuando lentamente e lasciando dietro di sé una scia di sangue. La folla strillò. Quelli più vicini furono presi dal panico, ma i più lontani apprezzarono molto la scena. Nettuno scoppiò in una folle risata che riecheggiò in ogni angolo dell'arena.
Ed ecco che il dio e i suoi seguaci erano di nuovo dall'altra parte del muro d'acqua, di nuovo nei loro comodi sedili, pronti ad assistere allo spettacolo della carneficina.
«Non possono uscire di lì, vero?» piagnucolò Christopher.
«Grande Atena, salvaci!» gridò Nikos.
Lo squalo più vicino si avvicinò alla barriera che separava l'aria dall'acqua. E continuò a nuotare. A mano a mano che il muso emergeva dalla nostra parte, si formava una bolla d'acqua che avvolgeva l'animale.
Nella sua bolla ondulata, lo squalo continuò a nuotare nell'aria. Adesso aveva le fauci spalancate. File e file di denti fitti e acuminati.
Puntava su di noi...

TRAMA: siamo col POV di David. Il gruppo è in nave. Lasciatosi alle spalle l'Egitto insanguinato e in rovina, con le divinità "distrutte", David, Chris, Senna, April e Jalil cercano di tornare sull'Olimpo per aiutare gli dèi nella guerra contro gli Hetwan.
Siccome non c'è tregua in EverWorld, arriva NETTUNO

Dal libroUna figura enorme stava emergendo dal vortice verde. Era ondeggiante, ma si poteva distinguere un vago profilo. Un uomo, un essere umano, o almeno una creatura che vagamente ricordava una forma umana. Un dio. Sicuramente un dio. Trasparente, come una smisurata noce di gel per capelli gonfia sul pelo dell'acqua, emersa dalle profondità marine, in continua trasformazione.
E dentro la creatura, parte della creatura stessa, dentro la pancia, dentro la testa, c'erano quelli che sembravano delfini, squali, razze e altre creature marine che non seppi riconoscere. Potevano anche essere fasci di alghe. O magari balene. Quella creatura era sicuramente grande abbastanza.

Bellissima! Mi è piaciuta un'altra cosa su Nettuno, una precisazione che non si legge spesso. Una creatura di tali dimensioni non parlerebbe "normalmente" e un uomo non la percepirebbe altrettanto normalmente.
Infatti, da libroE a quel punto, l'essere d'acqua parlò. I timpani quasi mi scoppiavano e gli occhi mi si chiudevano per la potenza del suono, i piedi slittavano sul legno e caddi in ginocchio sul ponte. La voce parlò, gridò, ruggì come un sistema di amplificazione troppo potente in una sala cinematografica troppo piccola. La voce sembrava venire da tutta quella massa d'acqua animata di vita, non da un punto in particolare: non c'erano labbra che si aprivano, non c'era una lingua che si muoveva.
Un dettaglio, forse, ma a mio avviso molto sensato. Spesso si leggono di creature gigantesche che parlano agli umani senza tener conto dei "dettagli" che l'autrice invece ha giustamente precisato. Bene! ^^

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sabato 29 ottobre 2011

Neuromante di W. Gibson

Cover MONDADORI 2003
INCIPIT (extended)
Chiba City Blues

Il cielo sopra il porto era del colore di uno schermo televisivo sintonizzato su un canale morto.
— Non è che mi faccio — disse qualcuno mentre Case si faceva largo a spintoni tra la calca per infilarsi dentro il Chat. — Solo che all'improvviso il mio corpo ha una drastica carenza di droga. — Era un accento da Sprawl, in una delle espressioni più tipiche dello Sprawl. Il Chatsubo era un bar per espatriati di professione: potevi andarci a bere per una settimana di seguito senza mai sentire due sole parole in giapponese.
Ratz si stava occupando del bar, e il suo braccio meccanico si muoveva con scatti sempre uguali mentre riempiva un vassoio di Kirin alla spina. Appena vide Case gli sorrise. I suoi denti erano un mosaico di acciaio dell'Europa orientale e di carie. Case trovò un posto al banco, fra l'improbabile abbronzatura di una delle puttane di Lonny Zone e l'inamidata uniforme della marina di un africano allampanato, i cui zigomi erano una successione regolare di cicatrici tribali.
— Wage è appena passato con due scagnozzi — l'informò Ratz, spingendo una spina lungo il banco con la mano buona. — C'entri qualcosa, Case?
Case si strinse nelle spalle. La ragazza alla sua destra ridacchiò e gli diede di gomito.
Il sorriso del barista si allargò vieppiù. La sua bruttezza era leggendaria. In un'epoca in cui la bellezza era alla portata di tutte le tasche, c'era qualcosa di nobiliare nel fatto che a lui mancasse. Il braccio d'epoca cigolò quando Ratz si allungò a prendere un altro boccale. Era una protesi militare russa, o manipolatore a sette funzioni con feedback di forza, racchiuso in un tozzo guscio di plastica rosa. — Tu sei troppo artistoide, Herr Case — grugnì Ratz. Quel bramito era il suo equivalente d'una risata. Poi si grattò con l'artiglio rosa la pancia sporgente sotto la camicia bianca. — Tu sei l'artista delle trovate divertenti.
— Perché no? — replicò Case, sorseggiando la sua birra. — Qualcuno deve pur essere divertente, da queste parti. Tu non lo sei per un cazzo.
La risata della puttana salì di un'ottava.
— E neppure tu, sorella. Perciò smamma, chiaro? Zone è un mio carissimo amico.
La ragazza fissò Case dritto negli occhi, e senza quasi muovere le labbra produsse il rumore sommesso d'uno sputo. Ma batté in ritirata.
— Cristo santo! — esclamò Case. — Ma che razza di locale di merda gestisci? Non si riesce neppure a farsi un bicchiere in pace.
— Ah — fece Ratz, asciugando con uno straccio il ripiano del banco costellato di cicatrici. — Zone mi passa una percentuale. Te, ti lascio lavorare qui soltanto perché fai divertire il prossimo.
Mentre Case afferrava la sua birra, calò uno di quegli strani intervalli di silenzio, come se centinaia di conversazioni scollegate fossero arrivate simultaneamente alla medesima pausa. Poi la risatina della puttanella risuonò di nuovo, arricchita da una punta di isteria.
Ratz grugnì: — È passato un angelo.
— I cinesi — tuonò un australiano sbronzo. — Quei maledetti cinesi che hanno inventato la giunzione neurale... Darei un occhio per un lavoretto sui nervi, in qualunque istante. Il sistema alla grande, amico...
— Anche questo — bofonchiò Case rivolto al suo bicchiere, con tutta l'amarezza che d'un tratto saliva di colpo come uno sbocco di bile. — Sì, anche queste stronzate mi tocca sentire.

TRAMA (dalla quarta): In un mondo in cui le mafie della finanza e dell'elettronica possono tutto, un mondo attraversato da autostrade informatiche e hacker dai poteri neuromantici, si svolge l'avventura violenta e disperata di Case, l'uomo che ha avuto il torto di mettersi contro l'organizzazione sbagliata. Per vendetta lo hanno privato della capacità di connettersi al cyberspazio, isolandolo nella prigione di carne del suo corpo materiale. Ora qualcuno è disposto a offrirgli un'alternativa, a ricostruirgli le sinapsi bruciate. A patto che Case porti a termine un'ultima missione, oltre i limiti del conosciuto...

Preceduto da alcuni racconti, "Neuromante" (1984-Neuromancer) è il primo LIBRO ambientato nello Sprawl, la trilogia dedicata all'agglomerato. Seguiranno "Giù nel Cyberspazio" (1986-Count Zero) e "Monna Lisa Cyberpunk" (1988-Mona Lisa Overdrive).
In comune hanno l'ambientazione ma non c'è continuità degli eventi. Vengono approfonditi alcuni aspetti della società e dei personaggi come Molly. In pratica, si possono leggere in autonomia.

CYBERPUNK
fonte QUI!
NEUROMANTE è un capolavoro!
Provo un certo imbarazzo a recensire un simile contributo alla Fantascienza, quella con la "F" maiuscola perchè non mi considero un'esperta ma un'umile appassionata del genere. (Per me "esperto" è un lettore con all'attivo almeno 300 opere del genere specifico ^_^)
Eppure, secondo me, Neuromante merita l'etichetta di CAPOLAVORO in tutti i sensi.

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venerdì 14 ottobre 2011

"Assault fairies" vol. 1 di Chiara Gamberetta

Recensione breve presa da Libri e Caffelatte

EBOOK GRATIS dal sito Gamberi Fantasy
E' SCARICABILE QUI!

INCIPIT (extended)

Il ragazzo spinge la levetta sulla pancia del registratore. Il quadrante si illumina di azzurro, la lancetta vibra e scatta verso destra. La puntina scende a sfiorare la superficie levigata del cilindro di cera. Il cilindro inizia a girare.
«Il registratore è pronto, possiamo cominciare.»
L’apparecchio ronza come una vespa e già mi sta sui nervi.
Degna conclusione di una giornata di merda.
Sfilo il cerchietto dai capelli. Una porcheria di cartapesta rosa con attaccate due lunghe molle che terminano in due cuoricini di latta. Ogni volta che muovo la testolina, i cuoricini si toccano e tintinnano: la risata cristallina di una fatina innamorata. Così dice la brochure dell’Agenzia. A me sembra il suono di una moneta buttata nella ciotola di un mendicante.
Scuoto il capo. I capelli acquamarina ricadono sulle spalle. Mi siedo sul bordo del registratore, slaccio il grembiulino bianco e mi tolgo gli stivaletti alti fino al ginocchio. Dopo otto ore in costume sono inzuppata di sudore e mi prude da morire tra le scapole, dove nascono le ali. Ma imbacuccata come sono non riesco a grattarmi. Che giornata schifosa.


TRAMA: Siamo all’alba del ventesimo secolo, in un mondo che ricorda il nostro. Però è un mondo nel quale il Piccolo Popolo ha fondato una civiltà tecnologica e non ha alcun bisogno di nascondersi agli occhi degli umani. La fatina Astride abita in un modesto appartamento a Londra, in volontario esilio dal Reame delle Fatine. Trascorre un’esistenza miserevole, costretta a lavorare come hostess in un locale notturno per pagare l’affitto. Finché una sera riceve una proposta che potrebbe cambiarle la vita. È l’occasione per riscattare il proprio onore di fatina e per salvare la città. Forse.

CONCLUSIONIGamberetta ha scritto il primo romanzo di una trilogia. E' un genere un po' nuovo un po' no nel senso che ha mischiato steampunk, fantascienza, weird, bizzarro e "militare" con l'aggiunta delle FATINE come personaggi portanti della trama quindi, in un certo senso, ha creato un NUOVO sottogenere del fantasy.
Lei ho ha battezzato "military aetheric fairypunk", MAFp per gli amici ^^
Letto, anche se a me le fatine non dicono molto, preciso nè buone nè cattive, ma la curiosità era tanta ;)
Giudizio personale: non so! 
Ho avuto una reazione anomala. 
E' un romanzo ben scritto, la storia c'è, i personaggi sono surreali quanto basta da creare il "sense of wonder" ma io non sono rimasta coinvolta mentre leggevo ... Mha?
Forse è troppo di nicchia per me. Infondo non mi piace molto il bizzarro e il weird così così. Ho apprezzato tanto le parti steampunk, però ^^
Sarò onesta, l'ho finito per lo stile di scrittura. E' scritto davvero molto bene.
Lo PROMUOVO perchè la fantasia è notevole, lo stile buono e l'idea intrigante.

Fonte: Libri e Caffelatte

martedì 11 ottobre 2011

ANGELOLOGY di D. Trussoni

Recensione presa da Libri e Caffelatte
NORD

Mia SEGNALAZIONE QUI! (Procinokafè) con BookTrailer

INCIPIT (prologo + 1° capitolo)

Caverna della Gola del Diavolo,
monti Rodopi, Bulgaria
Inverno 1943
Gli angelologi esaminarono il corpo. Era intatto, privo di segni di decomposizione, la pelle liscia e bianca come pergamena, i vitrei occhi acquamarina rivolti al cielo. Pallidi boccoli ricadevano sulla fronte alta e sulle spalle scultoree, formando un’aureola di capelli d’oro. Persino le vesti – la stoffa di un lucente filo metallico bianco di cui nessuno era in grado d’identificare l’origine – si erano perfettamente conservate, quasi che la creatura fosse spirata in una stanza d’ospedale a Parigi e non in una caverna nelle viscere della Terra. (...)


Convento di St. Rose,
Hudson Valley, Milton, Stato di New York
23 dicembre 1999, ore 04.45
Evangeline si alzo` molto prima del sorgere del sole, mentre il terzo piano era ancora avvolto nell’oscurita` e nel silenzio. Senza far rumore, per non svegliare le sorelle che avevano pregato tutta la notte, raccolse scarpe, calze e indumenti vari, se li appoggio` sul braccio e a piedi nudi si avvio` verso il lavatoio comune. Da una fessura della finestra del bagno, scruto` i terreni del convento, su cui aleggiava una foschia antelucana.

TRAMA (quarta copertina): Quando il padre l’aveva affidata alle suore francescane del convento di St. Rose, vicino a New YorkEvangeline aveva soltanto dodici anni. In quella pace operosa, la bambina è diventata donna e ha poi scelto di prendere i voti. 
Adesso si occupa della biblioteca del convento, che ospita un’eccezionale collezione d’immagini angeliche. Ma, proprio in quel luogo apparentemente così lontano dai turbamenti del mondo, Evangeline scopre alcune lettere, spedite negli anni ’40 dall’ereditiera Abigail Rockefeller a una suora del St. Rose: in esse vengono citati una misteriosa spedizione nella Gola del Diavolo, in Bulgaria, e il ritrovamento di un cadavere perfettamente conservato. Il cadavere di un angelo
Per Evangeline, quelle lettere sono il primo tassello di una storia che affonda le sue radici nella notte dei tempi: la storia degli angeli che hanno tradito Dio e della malvagità che è scesa sulla Terra con un battito d’ali; la storia dei Nefilim, le creature generate dall’unione tra gli angeli ribelli e i mortali; la storia degli angelologi, un gruppo di studiosi che, da generazioni, si tramandano il segreto dell’esistenza dei Nefilim e combattono contro di loro. E, soprattutto, la storia di uno strumento musicale di origine divina e dai poteri straordinari, uno strumento andato perduto e che ora Evangeline ha il compito di recuperare, prima che lo facciano i Nefilim. Perché la storia degli angelologi è anche la sua storia, e la loro missione è la sua missione. Perché il destino dell’umanità è nelle sue mani.

CONCLUSIONIIl PRIMO VOLUME DI UNA TRILOGIA THRILLER(?) Siamo sicuri? Dove? Quando? Comprato il 27 maggio, alla fine di luglio ero ancora in lettura. Superata con estrema fatica la prima parte, noiosa fino all'assurdo, sono entrata nella seconda che, a detta di molti, era leggibile. E' vero. E' meglio della prima ma arrivata comunque a pagina 300 l'ho messo in pausa. NON ce la faccio a proseguire.
E' TROPPO NOIOSO! NON SUCCEDE NULLA!
Parlano, parlano ... e poi lo stile della Trussoni è "gnucco" peggio del marzapane.
Infodump olè! Io NON sono contraria all'infodump, a me un po' piace. MA COSI' E' TROPPO! E' infarcito di dettagli inutili, per giunta. Divagazioni tali da far perdere il nesso del capitolo, nemmeno della pagina.
Ma che mi frega a me della catenina della madre superiora che le era stata donata dalla nipote che era morta .... e bla, bla, bla ... o che lei stima tanto la sua compagna di camera e le piacciono i suoi capelli e che vorrebbe farseli così anche lei ma forse non le donerebbero perchè lei non è altrettanto bella ... e bla, bla bla! In certi momenti durante la lettura, mi sembrava di essere dal parrucchiere con le tizie che leggono CHI e spettegolano dei "cavoli" altrui! Insopportabile! Ho detto tutto!
La trama c'è, non è nemmeno malaccio ma non così avvincente da farmi sopportare lo stile della Trussoni, che oltretutto si vantava di scrivere meglio di Dan Brown. Ma senti da che pulpito! C'è una sua intervista QUI! dove lo dichiara mentre fa l'autografo :D

Non è un brutto libro ma decisamente NON fa per me. Forse lo finirò entro l'anno. Non so. Infondo, HO SPESO 18.00 EURO, 'mannaggia! Quando sarà ne farò un post. DI SICURO!
BOCCIATO! perchè si spaccia per thriller e di thriller non c'è nemmeno la cover!


FONTE: LIBRI E CAFFELATTE

domenica 9 ottobre 2011

Orgoglio e pregiudizio e zombie di Austen e Smith

Breve recensione presa da Libri e Caffèlatte
Nord
INCIPIT
E' cosa universalmente riconosciuta che uno zombie in possesso di un cervello debba essere in cerca di un altro cervello. E tale verità si era dimostrata in tutta la sue evidenza durante le recenti aggressioni a Netherfield Park, durante le quali una famiglia di diciotto persone era stata massacrata e divorata da un'orda di  morti viventi.

TRAMAÈ cosa nota e universalmente riconosciuta che uno zombie in possesso di un cervello debba essere in cerca di altro cervello. Così inizia "Orgoglio e pregiudizio e zombie", versione fedelmente aggiornata del celeberrimo (e amatissimo) capolavoro di Jane Austen, grazie a numerose scene "inedite" in cui, a farla da protagonisti, sono appunto gli zombie. 
Pubblicato da una piccola casa editrice americana, questo romanzo ha suscitato l'entusiasmo sia dei neofiti sia dei più fanatici ammiratori della Austen, scalando in breve tempo tutte le classifiche di vendita e imponendosi come il fenomeno editoriale dell'anno. 
E il motivo di un successo tanto clamoroso è semplice: al fascino di una storia d'amore senza tempo, si aggiunge il divertimento di una lotta senza esclusione di colpi contro l'orribile flagello che si è abbattuto sull'Inghilterra, arrivando fino al tranquillo villaggio di Meryton, dove l'indomita Elizabeth Bennet, insieme con le sue sorelle, è impegnata a contrastare orde di famelici morti viventi. Un ruolo che le calza a pennello, almeno finché non arriva il bello e scontroso Mr Darcy a distrarla...

Pieno di romanticismo e avventura, di cuori infranti e cadaveri affamati, di argute schermaglie e duelli all'arma bianca, Orgoglio e pregiudizio e zombie trasforma una pietra miliare della letteratura mondiale in un libro che si ha davvero voglia di leggere. O che non si vede l'ora di rileggere.

CONCLUSIONI: La storia è quella che conosciamo tutti, non si scappa. Il divertimento di questa rivisitazione è proprio in questo: una semplice aggiunta al genere. Da romanzo storico/rosa si aggiunge zombie! E ha funzionato :D
Il romanzo è sia per chi ha già letto quello originale, che potrebbe ritrovare i personaggi tanto amati dinnanzi alla "problematica" morti viventi, e per chi non lo ha mai avvicinato per via della "storia d'amore e basta..."
La frizzante Elizabeth è una sorta di guerriera pratica di armi e arti marziali, come lei la sua famiglia. Anche l'impareggiabile Darcy è un cacciatore, ma non di selvaggina ;) Tutti hanno mantenuto la loro personalità. I dialoghi sono per lo più gli stessi, c'è solo il componente zombesco a vivacizzare il tenore.

Faccio un esempio pratico: sono a una festa. Ballano sereni, le dame nei loro ampi sottanoni e gli uomini ingessati a puntino quand'ecco che dalle vetrate irrompono gli zombie.
C'è ovviamente chi fugge ma c'è anche chi resta per combatterli. Eli solleva la gonna, imbraccia l'arma e inizia a far fuoco. Più o meno il romanzo funziona così.

Nota negativa: i combattimenti sono abbozzati, la maggior parte sono frasi aggiunte del tipo "arrivarono gli zombie, un gruppetto di cinque. Eli e Darcy fecero fuoco e li uccisero tutti". Un po' bruttino a mio avviso. Molto superficiale e abbozzato. Quelle poche dove si sono impegnati di più, invece, è stato piacevole.
La zia di Darcy ha una parte a sorpresa davvero gustosa.

Nel complesso l'ho letto bene e mi sono divertita. L'idea l'ho trovata geniale. Forse potevano fare più scontri "mostrati" ma pazienza. 
Come libro "parodia" è rimasto un po' troppo fedele all'originale ma lo consiglio lo stesso avvisando che le aggiunte si aggirano su 15-20% circa quindi rimane "orgoglio e pregiudizio". ^^


venerdì 7 ottobre 2011

Ash, una storia vera- vol. 1- di M. Gentle

Breve recensione presa da Libri e caffèlatte
Fanucci

INCIPIT
PROLOGO
C. AD 1465-1467
'La mia anima è per mezzo di leoni'
I
Erano gli sfregi a renderla bellissima.
Nessuno si era preso il disturbo di darle un nome fino all'età di due anni e lei aveva vagato per i fuochi da campo, giocando per terra, scroccando il cibo qua e là, poppando dai seni delle prostitute sentendosi chiamare Cuc-ciolo-sporco, Grugno-sozzo e Culo-cenerino. Quando i suoi capelli cambiarono di colore passando dal castano chiaro a un biondo quasi bianco fu quel 'cenerino' che la colpì di più, per cui decise di farsi chiamare Ash.

TRAMA: Alcuni documenti storici ci hanno tramandato le gesta di Ash la guerriera giovane capitano di una truppa di mercenari durante le guerre del tardo Medioevo costretta a uccidere per la prima volta all'età di otto anni sposata contro il suo volere a un uomo che la disprezza ma che lei desidera.
Uno studioso del XXI secolo Pierce Ratcliff ha però scoperto che non si tratta del Medioevo che conosciamo. È un mondo di Visigoti che occupano Cartagine con robot di ceramica dominato da una religione del Cristo Verde un mondo in cui Ash come Giovanna d'Arco sente delle voci che potrebbero venire da Dio o da una fonte molto più strana voci che le suggeriscono con precisione le strategie per vincere le sue battaglie.

CONCLUSIONI: Essendo quattro volumi non mi sento di tirare le somme ora, dopo solo il primo. Per adesso posso dire che non mi sta entusiasmando (Ash, il personaggio, non mi coinvolge molto) però si fa leggere. Non ci si stacca facilmente dalla lettura perchè c'è qualcosa che ti fa andare avanti, comunque. Credo sia proprio perchè Ash è talmente "borderline" che la sua volgarità e rozzezza, anche se all'inizio mi creava del disagio perchè esagerata e portata all'eccesso, fanno parte del suo essere così cinico e del mondo violento e crudo nel quale vive che alla fine ti domandi sempre: "E adesso?"

Nota negativa: Le parti dove si cerca "per forza" di dare conferma storica alle gesta di Ash sono davvero mal gestite. Mi dispiace, ma queste parti le trovo forzatissime e inutili. 
O FAI UN'UCRONIA O NON LA FAI!
Era meglio se l'autrice dava un'impronta ucronica, a mio avviso. Così si arrampica su pergamene storiche inventate da lei, come un romanzo nel romanzo, che da subito stonano. Mia opinione.
La storia non annoia, è scorrevole. Lo stile usato è asciutto, con descrizioni dettagliate e un linguaggio preciso quando serve.
PROMOSSO, nel senso che procederò con la lettura.

FONTE LIBRI E CAFFELATTE

mercoledì 5 ottobre 2011

Editoria digitale di L. Sechi

Breve recensione presa da Libri e Caffèlatte
Apogeo

L'ARGOMENTO è già nel titolo. L'ho trovato molto interessante.
A una prima parte d'introduzione storica segue un capitolo tecnico sui linguaggi per testi digitali e i formati per ebook. Spiega anche come realizzare un ebook e come promuoverlo in distribuzione. C'è anche un'introduzione sui dispositivi in commercio come KindleSonyIrex e Nook. Infine l'argomento scottante: i DRM!
Insomma, se prima sapevo "poco" adesso ho un'introduzione (secondo me valida) per partire con gli approfondimenti sull'argomento. Lo consiglio a chi volesse iniziare a capire un po' il nuovo mondo editoriale che si sta muovendo molto velocemente.
Mio articolo di qualche tempo fa, "Editoria: il nuovo mondo è già qui" per chi volesse qualche info in più e i tre "diari personali" sulla convention Ebook Lab 2011 tenutasi in Rimini (QUIQUI e QUI) dove troverete i link agli stralci degli interventi dei recensori. 
PROMOSSO


FONTE LIBRI E CAFFELATTE

La piccola principessa di F. Burnett

Breve recensione presa da Libri e Caffèlatte
DeAgostini

INCIPIT
Seduta sui cuscini di una carrozza a nolo, accanto al padre, una bimbetta osservava dal finestrino le strade affollate di Londra. Era pieno pomeriggio ma i lampioni erano già accesi e le vetrine illuminate per sconfiggere la fitta nebbia giallastra che aveva avvolto la città.
La piccola aveva sette anni, ma dal suo sguardo, dall'espressione intenta del suo visetto si sarebbe detto che fosse molto più matura. Il suo nome era Sara Crew.

TRAMAQuando il destino strappa Sara dalla sua amata India e la porta in un elegante ma tetro collegio inglese, la bambina non si perde d'animo. Da tempo infatti ha imparato a trarre forza dalle meravigliose storie che sa inventare... e quante nuove amiche si conquista raccontandole!
Ma dopo la morte del padre, l'arcigna direttrice del collegio non ha nessuna pietà per l'orfana ridotta in miseria: se non vuole finire in mezzo a una strada, la bambina dovrà adattarsi a fare da inserviente  alle sue compagne di un tempo.
Giorno dopo giorno la piccola affronta difficoltà e umiliazioni con coraggio, onestà e nobiltà d'animo, proprio come farebbe una vera principessa, senza mai abbandonare la speranza che un giorno la sua favola possa avere un lieto fine.
Un'immagine dal MERAVIGLIOSO anime ^__^
Sara e la sua "amica" Priscilla
CONCLUSIONIHo letto questo romanzo unicamente per fare un confronto con l'anime Lovely Sara (小公女セーラ Shōkōjo Sēra) perchè sapevo esservi numerose differenze.
Per quel che riguarda il libro da solo, mi spiace dirlo ma mi ha molto delusa

Anche se un romanzo è per bambini, certi orrori grammaticali non sono scusati, anche se lo scritto risalisse a 2000 anni fa! E' scritto male e in modo superficiale con sbalzi temporali e di luogo nel giro di una riga.
Esempio: siamo nel collegio con Sara, nella riga dopo senza nessun avviso siamo in India col padre, nelle tre righe dopo ancora ci ritroviamo nel collegio ma con Miss. Minchin...  da mal di testa!

La trama è peggiore rispetto l'anime, ci sono assurdità "fantascientifiche" inspiegabili con il buon senso. Non può essere che due persone (il socio e il padre di Sara) lavorino a stretto contatto per 4 anni senza che venga nominata mai Sara! Non esiste che in 4 anni non venga nemmeno fatto un accenno al collegio. Nel romanzo Sara entra in collegio a 7 anni e la festa di compleanno dove muore il padre è per gli 11 e in tutto questo tempo mai una visita solo alcune lettere. 

Il personaggio di Sara è poco cortese, risponde in modo sgarbato e parecchie volte (da ricca e da povera). E' tutto tranne che dolce e umile come nell'anime. In più, in una circostanza precisa tratta male la bambola! Improbabile per il personaggio di Sara "buona"!
Una volta povera, farà commissioni e insegnerà francese non farà certo "i lavori pesanti" come nell'anime e non subirà certo tutte le umiliazioni ... e le cattiverie! La Sara originale del romanzo NON mi è piaciuta.
Insomma, l'anime Lovely Sara sarà uscito dal cilindro magico perchè del romanzo c'è ben poco! 

Il libro non lo boccio più che altro perchè senza non sarebbe nato l'anime, ma NON LO CONSIGLIO! a meno che non vogliate crearvi una vostra personale opinione. In quel caso, auguri^^
Prossimamente, ne farò una recensione approfondita da Procino Kafè per evidenziare le differenze Libro/anime^^

lunedì 3 ottobre 2011

Assassin's Creed - Rinascimento di O. Bowden

Breve recensione presa da Libri e Caffelatte


INCIPIT
Alte le torri di Palazzo Vecchio e del Bargello brillavano e guizzavano le torce e poco distante a nord, nella piazza della cattedrale, luccicavano alcune lanterne. Altre illuminavano le banchine lungo le rive dell'Arno dove, nel buio, si scorgevano, a tarda ora per una città in cui la maggior parte degli abitanti si chiudeva in casa all'arrivo della sera, dei marinai e degli stivatori. 
Alcuni marinai, ancora impegnati con le navi e le barche, si sbrigavano con le ultime riparazioni al sartiame e avvolgevano ordinatamente le funi sul ponte scuro e lavato, mentre gli stivatori si affrettavano a portare il carico al sicuro nei vicini magazzini.

TRAMA (quarta): Firenze, 1476. Il giovane Ezio Auditore ha visto giustiziare il padre e i fratelli in seguito alle accuse montate dalla famiglia dei Pazzi. Scopre così di discendere dalla setta degli Assassini, la cui unica missione, da secoli, è distruggere l'Ordine dei Templari, dove militano proprio i Pazzi. Da quel momento e per anni, Ezio si aggira per l'Italia, silenzioso e invisibile, per uccidere i nemici cui ha giurato odio eterno. Ma la sua guerra ha anche un altro e più importante obiettivo: recuperare un misterioso Codice che potrebbe dare a chi lo possiede un potere incommensurabile.
Basato sul celebre videogioco Ubisoft "Assassin's Creed", il primo, appassionante libro di una serie epica, che al fascino della storia unisce la suspance del Thriller.


CONCLUSIONI: Per dirla in breve MI HA ENTUSIASMATA!^^ 
Non sarà un libro di elevata letteratura, sono sarà perfetto (ci sono alcuni errori di narrativa, è vero) però non lo lasci finchè non è finito. La trama è avvincente. C'è moltissima azione, non mi sono MAI ANNOIATA!
Il videogioco un po' l'ho fatto, non ho potuto finirlo (ma chissà forse un giorno ci riuscirò). Quindi i personaggi già li conoscevo. E' stato anche piacevole ritrovarli su carta.
Un avviso alle ragazze: Ezio rischia di farvi innamorare ;)
Comprerò il secondo "Assassin's Creed Fratellanza"
PROMOSSO

sabato 1 ottobre 2011

Perdido Street Station di C. Miéville

Ampliamento opinione dal listone 2010 di Libri e caffelatte.


INCIPIT

Da veld a boscaglia, da campi a fattorie, fino a queste prime case in rovina che si ergono dal terreno. È notte da tanto tempo. Nel buio, le stamberghe che incrostano la riva del fiume mi sono cresciute attorno come funghi.
Oscilliamo. Beccheggiamo spinti da una corrente profonda. 
(...)

Parte prima
Incarichi
1
In alto, proprio sopra il mercato, si aprì una finestra. Ne volò fuori un cestino che disegnò un arco in direzione della folla ignara. Uno spasmo a mezz'aria, quindi roteò e riprese la discesa verso terra a un'andatura più lenta e irregolare. Scendeva sobbalzando pericolosamente, le maglie di filo metallico che si impigliavano sfiorando la ruvida superficie dell'edificio. Raspò contro il muro, mandando a precederlo polvere di cemento e pittura.

TRAMA:
(dalla quarta) La metropoli di New Crobuzon si estende al centro di un mondo sbalorditivo. Umani, mutanti e razze arcane si accalcano nell'oscurità fra le cimiere, lungo fiumi indolenti alimentati da rivoli innaturali, tra fabbriche e fonderie che pusalno nella notte. 
Per più di mille anni il Parlamento e la sua brutale milizia hanno governato su una moltitudine di operai e artisti, spie e maghi, ubriachi e prostitute. Ma uno straniero è giunto con le tasche piene d'oro e ha imposto una richiesta inverosimile, scatenando l'incredibile.

(da wikipedia) Isaac Dan der Grimnebulin è un eccentrico scienziato che vive nella città di New Crobuzon intrattenendo una relazione clandestina con la khepri Lin, una specie di donne-coleottero. 
Mentre a Lin, una scultrice, viene chiesto di creare un ritratto del boss della malavita Mister Motley, ad Isaac si prospetta un'opportunità irripetibile: viene contattato dal garuda Yagharek, una specie di uomo-uccello, che gli chiede di restituirgli le ali, che gli sono state amputate dalla sua tribù come punizione per un crimine che, secondo le sue parole, non ha equivalenti umani. 
Isaac è stimolato dalla sfida apparentemente impossibile, e inizia a radunare nel suo laboratorio tutti gli esseri capaci di volare che riesce a rintracciare, con l'intenzione di studiarli. Tra questi riceve anche una misteriosa larva multicolore trafugata in modo illegale. 
Dopo vari inutili tentativi di alimentare lo strano bruco, Isaac scopre che esso si ciba unicamente di una particolare droga allucinogena, la merdasogni, e quando riesce a procurargliela, la creatura inizia a trasformarsi in un pericolosissimo e mostruoso insetto-farfalla che si ciba dei sogni degli esseri senzienti, lasciandoli in uno stato di apatia catatonica. 
In seguito scoprirà che la droga allucinogena di cui si era cibata la larva è, in effetti, prodotta dagli adulti di questa pericolosa specie, e che il misterioso Mr. Motley ne possiede altri quattro esemplari. Quando anche le altre larve completano la metamorfosi, l'intera città viene terrorizzata dalle pericolose creature, finché lo stesso Isaac troverà un modo per fermarle.

Panoramica di New Crobuzon con tanto del garuda Yagharek
Immagine presa QUI!
CONCLUSIONI:
Esaurito! Introvabile! Prestato da un amico ^_^
Volendo lo si recupera anche in rete ;)

Il romanzo ottenne la nomination per i Premi Nebula e Hugo del 2002, e vinse il Premio August Derleth della British Fantasy Society nel 2000, il Premio Arthur C. Clarke nel 2001, il Premio Ignotus Award nel 2002 e il Kurd Laßwitz Award nel 2003. Inoltre, gli è stato assegnato l'Amazon.com Editors' Choice Award per la fantasy nel 2001. Poca roba, no?

E' un romanzo ambientato nel Bas-Lag: un MONDO immaginario, inventato dallo scrittore, reso inverosimilmente caotico e sporco dall'autore per creare il CAOS che gli piace tanto. New Crobuzon è una delle città-stato dal sapore steampunk ma "tolto il bello e accentuato il brutto". Io personalmente ho una visione dello steampunk diversa.
Ciminiere e rotaie regnano. I due fiumi dai nomi che già spiegano tutto, Bitume e Cancrena, confluiscono nel  Gran Bitume (potevano diversamente?). Come farà a essere una forza marittima con le acque così conciate è un mistero.

Il Bas-Lag è abitato, oltre che dagli uomini, da diverse creature anche quelle inventate. A Miéville piacciono gli ibridi "disgustosi" come la donna-scarafaggio Lin, una Khepri artista. Ma ve la immaginate? Che ha di seducente una donna con la testa di uno scarafaggio, forse coleottero? No perchè tutti se la vorrebbero fare ... mha! E poi, 'sta testa, è come quella di un coleottero o di uno scarafaggio? Non sono la stessa cosa. Mha, again.
Abbiamo poi i Garuda, una sorta di uomini-uccello, di cui Yagharek è il protagonista disgraziato. Gli hanno tagliato le ali. Poi abbiamo le razze anfibie, i Vodyanoi, dove i personaggi hanno dei nomi impronunciabili. C'è Silchristchek, il proprietario di una locanda ovviamente infima (non sia mai che fosse pulita!), e Pengefinchess, una mercenaria.
Ma non è mica finita, vi metto il link di wiki con LE RAZZE DEL BAS-LAG se volete divertirvi :D
Carina la versione dei VAMPIRI, il vampirismo è causato di un batterio. Nulla di nuovo ma almeno non "luccicano".

Tutti questi personaggi al limite del verosimile esistono in un mondo dove convivono magia (taumaturgia) e tecnologia di tipo steampunk.

Lo stile è l'apoteosi dell'infodump ma è pur vero che l'autore descrive creature che s'è inventato di sana pianta, quindi ci vuole. Io avrei tralasciato le specifiche di accoppiamento, abbastanza disgustose le secrezioni e a mio avviso inutili come altre "morbose" descrizioni. Comunque questo è il suo stile. 
Si perde ogni tanto nelle descrizioni ma poi ritorna sulla via della storia.
E' denso, morboso appunto e continua con gli aggettivi "decadenti" per ricordare in modo ossessivo che il mondo fa schifo. Alla lunga è pesante e noioso, se devo essere sincera. E' come ambientare un romanzo di 700 pagine nell'oceano e ripetere costantemente che i personaggi e gli oggetti sono "bagnati".
Bisogna farci il callo altrimenti si rischia di abbandonare il romanzo.

La storia fatica a decollare, occorrono un centinaio di pagine. Poi vola!
Nulla da dire. I fuggiaschi piacciono sempre. Il ritmo scorre bene, anche se in modo non costante.

Ottimo esempio di New Weird, è colmo di sense of wonder con momenti di bizarro che potrebbero disorientare ma, come prima, è lo stile di Miéville.

PROMOSSO perchè anche se ci sono molti difetti, i pregi li superano di gran lunga. In più adoro i MONDI NUOVI, le CREATURE NUOVE soprattutto IBRIDI.
L'autore ci crede nel suo Bas-Lag e l'infinità di dettagli confermano la nitidezza delle sue visioni.
Per molti è un CAPOLAVORO, anche secondo me.
E' un romanzo innovativo e rivoluzionario. Si è imposto nell'immaginario, ha lasciato l'impronta. Quindi un capolavoro a tutti gli effetti.

FONTE LIBRI E CAFFELATTE

venerdì 30 settembre 2011

Lasciami entrare di J. A. Lindqvist

MARSILIO
INCIPIT

Il luogo

Blackeberg.
Fa pensare a quei dolci rotondi di pasta di cocco, magari fa venire in mente la droga. Una vita decente. Si pensa alla metropolitana, ai sobborghi. Poi probabilmente non viene in mente nient'altro. Anche lì, come dappertutto, ci abita della gente. È per questo che il quartiere è stato costruito, perché le persone avessero un posto dove abitare. Non è un luogo cresciuto in modo naturale, no. (...)

Nessuno li vide quando si trasferirono.
A dicembre, quando alla fine la polizia riuscì a rintracciare il trasportatore che aveva effettuato il trasloco, questi non aveva molto da raccontare. Nella sua agenda del 1981, aveva soltanto scritto «18 ottobre: Norrköping Blackeberg (Stoccolma)». Ricordava che si trattava di un uomo e di sua figlia, una ragazza carina.

TRAMA: Il quartiere calmo e "noioso" di Blackeberg, un sobborgo di Stoccolma, viene scosso da una serie di omicidi. Persone sgozzate e prosciugate del sangue vengono trovate abbandonate nel bosco. La polizia indaga.
Oskar, un ragazzino di dodici anni timido e introverso, è vittima dei compagni di classe. Si sfoga nel parco del suo condominio la notte accoltellando delle piante. Eli, una ragazzina all'apparenza sua coetanea, si è trasferita da poco nel palazzo con un uomo che Oskar suppone essere il padre.
Tra i due nascerà un'insolita amicizia che sfocerà nell'inquietante accettazione di essere soli nel mondo. E contro il mondo.

CONCLUSIONI: Mi è piaciuto molto anche se lo stile è prolisso e spesso si dilunga annoiando un po', ma nulla di "grave". Alla fine si supera la parte lenta e ritorna con scene interessanti e ben gestite. Si gioca molto sulle atmosfere. Il personaggio della bambina è fantastico. 
Consigliato e promosso!

mercoledì 28 settembre 2011

Jane e la disgrazia di Lady Scargrave di S.Barron

TEA

INCIPIT
17 marzo 1803
N.4, Sidney Place,  Bath
Quando una giovane gentildonna più dotata di buone maniere che di  mezzi ha il buon senso di conquistare l'affetto di un gentiluomo più anziano, vedovo, possidente e agiato, si considera solitamente che il connubio sia dovuto all'intelligenza di entrambe le parti. La gentildonna ottiene quella posizione nella vita per la quale  le sue amiche possono invidiarla e congratularsi con lei, mentre il gentiluomo, in età ormai avanzata, conquista tutto ciò che può essere offerto dalla gioventù, dalla vivacità di spirito e dalla bellezza. (...)
Tuttavia, allorchè il gentiluomo anziano muore all'improvviso di disturbo gastrico dopo tre mesi di matrimonio ...

TRAMA: In visita presso l'amica, la bellissima e giovane Isobel Payne, Contessa di Scargrave, Jane Austen è testimone di una tragedia: il Conte Frederick, marito di Isobel, colto da improvviso e inspiegabile malore, muore in poche ore. La scomparsa prematura del marito, dopo tre soli mesi di matrimonio, getta la povera Isobel nella più cupa disperazione. Tuttavia la vedova scopre ben presto che non si tratta che dell'inizio delle sue disgrazie: di li a breve infatti una misteriosa missiva la raggiunge, nella quale sono contenute oscure minacce e la duplice accusa di omicidio e di adulterio. Terrorizzata, Isobel invoca l'aiuto di Jane, la sola di cui si può fidare, ma soprattutto l'unica, tra i presenti al castello nella notte della tragedia, che non tragga alcun vantaggio dalla morte di Lord Scargrave. Contando sulle sue ben note doti di comprensione dell'animo umano, Jane si trova così coinvolta in una pericolosa indagine che la porterà a varcare nientemeno che i cancelli della prigione di Newgate e persino la soglia della Camera dei Lords, arrivando a mettere a repentaglio la sua stessa vita.

CONCLUSIONI: Ogni tanto provo qualcosa di diverso. Accade raramente che questo qualcosa di riveli piacevole. Spesso mi ritrovo con una lettura lasciata a metà, altre volte invece la porto a termine con un piacevole ricordo. Come in questo caso.^^
In pratica, siamo di fronte a una sorta di Signora in Giallo del 1800 dove Jessica Fletcher altri non è che la scrittrice Jane Austen! Già! Un'altra scrittrice che porta una rogna pazzesca! Perchè rogna? Lo sanno tutti! Ogni volta che arriva lei, qualcuno nelle vicinanze schiatta! Ecco perchè ... scherzo, ovviamente! ^^
A parte gli scherzi, che s'è inventata la Barron? Una saga di libretti auto-conclusivi di genere giallo, con un po' di romanticismo e con protagonista la Austen che fa la detective improvvisata ...
L'intelligenza e la cultura dell'autrice (Austen, il personaggio del romanzo) le permettono di collegare gli eventi e di trovare la verità sul caso in questione.
Il testo è molto scorrevole e si legge bene, anzi benissimo. Ho notato molta cura nel dettaglio e i personaggi sono ben gestiti. Le ambientazioni sono curate così come le parti storiche.
E' un giallo anche se c'è un pizzico di avventura, quindi lo consiglio a tutti i fan dei vari Tenenti, di CSI e simili ^_^ perchè il fatto che sia Jane Austen la protagonista e non Miss Marple non cambia granchè l'essenza.
Non leggerò gli altri, è stato un esperimento.
PROMOSSO!

Fonte: LIBRI E CAFFELATTE

La Contessa nera di R. Johns


La RECENSIONE completa la trovate QUI!

INCIPIT
22 agosto 1614
Csejthe, Ungheria del Nord
Al reverendo Elias Lani, Zilina
Dominus vobiscum
E' con profondo  rammarico che mi vedo costretto a informarvi che la vedova Nadasdy è spirata ieri sera senza pentirsi dei suoi crimini, sebbene io e il reverendo Ponikenus abbiamo fatto tutto il possibile per indurla a confessare. (...)

PARTE I
Extra Hungariam non est vita
1° gennaio 1611
Il ragazzo e suo padre sono giunti all'alba per murarmi nella torre. Venivano dal villaggio ai piedi del castello, con il loro asino e il carretto pieno di attrezzi. Io ero sveglia da ore, a fissare dal davanzale il cielo che da nero volgeva all'azzurro chiaro, ed è così che ho sentito il loro scalpiccio sulla neve della corte: due sagome scure l'una all'altra, intente a bisbigliarsi qualcosa all'orecchio, rabbrividendo con lo sguardo rivolto alla mia finestra e segnandosi in fronte quasi fosse un mostro.

TRAMA: (dalla copertina) Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Il suo sguardo austero è rivolto verso una feritoia nel muro che mostra solo un piccolo squarcio di cielo. Quello squarcio di cielo è l'unica cosa che scorgerà per il resto della vita. Murata viva in quella stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Báthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita.
Fin da bambina Erzsébet è stata una ribelle, innamorata solo dei libri e delle folli corse con il suo cavallo, sorda ai severi insegnamenti della madre sulle arti femminili. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Atti che la segnano nel profondo e che non dimenticherà mai. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nádasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sárvár è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere.
Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla.
Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini?

CONCLUSIONI: Mi sento in dovere, oltre a dirvi la mia personale opinione, di fare una duplice conclusione/suggerimento perchè io, lo ammetto, sono partita prevenuta e con determinate aspettative basate sul personaggio storico.
Inizio col dirvi cosa NON è:
NON E' UN ROMANZO HORROR
NON E' UN HARMONY 
NON E' UN PARANORMAL ROMANCE
A me è sembrato più un romanzo STORICO SOFT (molto ma molto leggero) e senza scene esplicite di sesso nè di battaglie. Viene spesso fatta una sorta di introduzione all'inizio di alcuni capitoli spiegando (non mostrando!) gli eventi storici in corso.
Non è horror perchè a parte una leggera velatura di pazzia della Contessa non mi sono immersa in un'ambientazione particolarmente intensa e oscura. Non ho nemmeno percepito l'anima nera.
Non è un Harmony, non c'è romanticismo nemmeno a pagarlo! Non c'è stato un solo momento dove mi sono sentita coinvolta o palpitante. Non c'è emozione, io non l'ho avvertita.
Non è un PR, non c'è il minimo accenno a eventi surreali. Non ci sono nemmeno riti esoterici o di magia nera come voleva la leggenda.

MIA OPINIONE: Io, conoscendo la Contessa Bathory, mi aspettavo tutt'altro! La donna descritta in queste pagine non è la Bathory famosa ma una "rivisitazione personale" dell'autrice, a mio parere.
E' un po' come se avesse tolto a Dracula la sete di sangue o a Dorian Gray la vanità. E concedetemelo, è come se avesse tolto a Fujiko le tet ... cioè volevo dire l'egoismo ;)
La noia è stata molta.
A un certo punto (circa dopo la metà, dopo un evento che non vi dico per non inserire spoiler) ho sperato: "Oh! Adesso cambierà! Adesso farà qualcosa!"
E invece nisba!
Una delusione! Le mie aspettative, tradite.
I diversi motivi per cui l'ho comprato, non hanno trovato riscontro in niente.
Quindi, BOCCIATO!
Un vero peccato, pazienza :(

Comunque, non siamo tutti uguali. E il libro non è un "brutto" libro.
Quindi aggiungo due tipologie di potenziale lettore con relativo mio suggerimento:

IL MIO PRIMO SUGGERIMENTO è per chi come me già conosce il mito e spera di leggere della Contessa-vampira, di "vivere" scene forti considerando che era una sadica, di "vivere" un personaggio schizofrenico giunto fino ai giorni nostri proprio per la sua pazzia: LASCIA PERDERE!
Quella Bathory qui non la troverai. Qui è solo una donna comune con la mania di picchiare le serve e con il pallino dei soldi, cosa abbastanza scontata per quei tempi! La pazzia che viene descritta, se escludiamo le due frustatine date in tre scene del libro, sembra dettata dalla frustrazione e non da vera pazzia!
Secondo me, l'autrice non è stata in grado di entrare nella testa di una maniaca demente autentica come poteva essere la Bathory anche perchè ha tolto l'elemento chiave della sua vita: il sangue!
Qui è quasi una versione alternativa e annacquata della Bathory storica.

IL MIO SECONDO SUGGERIMENTO è per chi non sa nulla della Contessa, non gli frega della venatura vampiresca e del sangue e apprezza lo storico-femminile-soft: POTREBBE PIACERTI!
Alla fine, però, devo essere capace di mettere da parte le mie aspettative e dare un giudizio asettico.
Questo romanzo si è lasciato leggere, è scorrevole anche se gli eventi narrati si sviluppano lentamente. Quindi se ti piacciono i romanzi di "vita di corte" (tanto per capirci, anche se non siamo davvero a corte ma il tenore è quello) al femminile senza battaglie e con pochissime scene "leggermente" cupe, potrebbe risultarti una piacevole lettura.

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