martedì 28 dicembre 2010

Alice nel paese della vaporità di F. Dimitri

Cover Salani di Barbieri
INCIPIT
DIECI ANNI PRIMA
Ben aprì gli occhi  e il buoi rimase. Era cieco?
No, si disse.
Cento puntini gli ballavano sul naso. Bianchi e scarlatti e blu, illuminavano le forme, illusioni che poco a poco prendevano sostanza. Ben non era cieco. Soltanto stordito.


TRAMABen è un giovane londinese che soffre di allucinazioni. Per lavoro legge manoscritti. Una notte gli arriva un libro che si chiama Alice nel Paese della vaporità. Noi con lui seguiamo la storia di Alice, un'antropologa che vive in una Londra Vittoriana che non c'è mai stata. Alice viaggia nella Steamland, una terra invasa da un gas che provoca allucinazioni e mutazioni
Una terra in cui la realtà cambia a ogni istante, in cui "giusto" e "sbagliato" sono soltanto parole, e in cui le parole stesse si trasformano in odori e sensazioni. Quella di Alice parte come una ricerca, ma si trasforma subito in una lotta per la vita e per la morte. Alice dovrà sopravvivere in una terra oscura, in cui non c'è differenza tra orrore e meraviglia. Ben legge la sua storia. E qualcosa succede anche a lui.


CONCLUSIONI: Mi piange il cuore nel dire che NON mi è piaciuto! 
Il libro è per la maggior parte scritto benino, anche se secondo me è una scrittura frettolosa. Una buona parte è però scritta maluccio! E da Dimitri (autore tanto rinomato) pubblicato da Salani (editore di Harry Potter) non me lo aspettavo proprio!
L'ambientazione della SteamLand è carina ma già vista e rivista con fondamenta vacillanti
NON è un romanzo Steampunk come invece viene spacciato, questo l'ho trovato offensivo per me lettore e acquirente! Scrivere tante parole aggiungendo steam (steamland o steamguscio per capirci) non fanno un libro a vapore!
Se alcuni personaggi (Zap, Miyamoto, il Coniglio e qualcun'altro ancora) li salvo altri, tra questi la stessa Alice che dovrebbe essere la colonna, è quella che più manca di anima. E questo è strano, considerando che l'autore spende molto (in parole) per le emozioni e le sensazioni. 
Altra nota negativa, l'esagerata VOLGARITA' sia di alcuni personaggi (Alice è una sboccata esagerata, troppo!) che dell'autore stesso nel descrivere alcune scene. Se un personaggio è volgare, mi sta bene! Ma la voce narrante dovrebbe essere in grado di scrivere/narrare usando termini adatti al genere in questione, fantastico in questo caso. 

Esempio dal libro:
<E quando il c***o di Clint la penetrò, facendola gridare per l'uno e per l'altro, 
tutto finì e tutto cominciò. Alice si lasciò andare.> (pg 214)
A prescindere che la frase poteva essere scritta in cento alti modi diversi, ma poi che significa? Per l'uno e per l'altro cosa? Tutto finì e tutto cominciò cosa? Alice si lascia andare a cosa? Al piacere? O lascia fare tutto a Clint? BHO! Mistero!

Il finale è fiacco e veloce, scontri che il lettore attende dall'inizio sono resi frettolosi e approssimativi.
In conclusione, è stato una feroce delusione!
BOCCIATO!

FONTE LIBRI E CAFFELATTE

lunedì 27 dicembre 2010

L'arte sublime ed estrema dei punti vitali di Saiko e Plée

Cover Ed. Mediterranee

Non è un romanzo, ovviamente, ma ci tenevo a segnalarlo in ogni caso perchè l'ho trovato fantastico! 
E' un saggio illustrato di notevole qualità sia per le nozioni storiche che per le informazioni pratiche.
Di che parla? Riporto dal sito dell'editore:

Punti vitali: due parole che celano tutta la magia delle arti guerriere, che evocano una sapienza iniziatica spesso mistificata. È un'Arte Sublime perché straordinaria ed unica; è un'Arte Estrema perché terribilmente efficace
Libro primo - La prima parte del libro spiega i motivi per cui è nato il Centro Giapponese delle Tecniche Guerriere Ataviche. Dopo una sintesi della storia del Giappone, vengono presentati i principi d'azione dei punti vitali e la storia ad essi legata. Inoltre, viene spiegato come mai l'Arte dei punti vitali possiede questa rara efficacia e perché i punti vitali non hanno nulla in comune con i punti dell'agopuntura

Libro secondo - Nella seconda parte sono riprodotti integralmente e senza modifiche gli archivi segreti ancestrali di 32 ryu tra le più celebri del Giappone, ed anche quelli di Shaolin (Cina), del Sumo e del Buyo (libro di istruzioni militari che risale al XII secolo). 

Libro terzo - Nella terza parte si trovano le conclusioni del centro di ricerche, con la posizione dei veri punti vitali: il risultato del lavoro condotto dal comitato di ricerca partendo dagli esperimenti effettuati dai più grandi medici e maestri di arti marziali. 

Libro quarto - L'ultima parte, completamente dedicata alle applicazioni pratiche, descrive ed illustra in quale modo usare le nostre 33 armi naturali per toccare, percuotere e colpire tali punti. Insegna il "modo d'impiego" dell'Arte dei punti vitali, e cioè il modo di allenarsi, le tecniche segrete, chiamate higi, ed i principi profondi chiamati okuden, concludendo con la parte "sublime" dell'Arte dei punti vitali: una filosofia e un modo di vivere. 
L'Arte Sublime ed Estrema dei Punti Vitali è un'opera unica che fa il punto su questo mondo misterioso.

Conclusioni: Pazzesco :D 
La prima parte l'ho trovata davvero interessante e istruttiva, così come la seconda e la terza. Non praticando io nessuna Arte marziale non so dirvi se "funzionano" le tecniche descritte nell'ultima parte. Una cosa è certa, non lo verificherò neppure.

CONSIGLIATO!


domenica 26 dicembre 2010

La breve seconda vita di Bree Tanner di S. Meyer

Fazi
INCIPIT
Il titolo del giornale mi guardò torvo dal piccolo espositore di metallo: "SEATTLE SOTTO ASSEDIO - AUMENTA IL NUMERO DELLE VITTIME". Questo non l'avevo ancora visto. Probabilmente il fattorino era appena passato rifornendolo di nuove copie. Per sua fortuna lui non era più nei dintorni.
Ottimo. Proprio quel che occorreva per fare uscire di testa Riley. Meglio stargli lontana quando avesse letto le notizie: non ci tenevo a farmi staccare un braccio

TRAMA: Bree Tanner ricorda appena come fosse la sua vita prima di acquisire dei riflessi sovrumani e un'inesauribile forza fisica. Prima che una sete insaziabile di sangue si impossessasse di lei... prima che qualcuno decidesse di trasformarla in un vampiro
Tutto quello che Bree sa è che vivere tra i suoi simili comporta poche certezze e ancor meno regole: guardati alle spalle, non attirare l'attenzione e, soprattutto, torna a casa prima dell'alba o morirai. 
Quel che non sa è che il suo tempo da immortale sta velocemente per scadere. Ma Bree trova un inaspettato amico in Diego, un vampiro neonato che desidera quanto lei scoprire l'identità della loro creatrice: un essere misterioso che tutti chiamano "lei". 
Quando realizzano che i neonati sono semplici pedine su una scacchiera più vasta di quanto non possano immaginare, i due giovani si trovano a dover decidere con chi schierarsi e di chi fidarsi. Ma se tutto ciò che sanno si basa sulla menzogna, sarà realmente possibile giungere alla verità?
 
In questo mix di mystery, suspense e amore, Stephenie Meyer ricostruisce il viaggio dell'esercito che si prepara ad attaccare Bella Swan e i Cullen, fino all'indimenticabile scontro finale che sconvolgerà per sempre le regole degli umani e degli immortali. Dopo un'attesa di quasi due anni, ecco un episodio mai narrato che ha per protagonista, la vampira neonata incontrata per la prima volta in "Eclipse".

CONCLUSIONI: Ucciderei la mia curiosità se potessi, ma non posso!
Questo libretto, perchè è talmente breve da essere un racconto lungo più che un romanzo, narra la storiella della vampirella Bree, che per fortuna (mia) è stata breve. 
E' una sorta di spin-off di Eclipse. Abbastanza inutile, a mio avviso. 
E' leggibile, anche se rimane ovviamente lo "stile Meyer" perciò se non vi piacciono i Twilight lasciate perdere! LO CONSIGLIO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE AI FAN DELLA MEYER.

Io avevo delle colpe da espiare (forse), lo usato al posto del cilicio ^_^

BOCCIATO perchè si spaccia per romanzo e non lo è.
BOCCIATO perchè è inutile e penoso forse più della saga principale.
BOCCIATO perchè anche in questo caso ci sono degli immensi vuoti narrativi, scene sconclusionate e dialoghi vuoti.

venerdì 24 dicembre 2010

Rose Madder di S. King

SPERLING
INCIPIT

PROLOGO
Baci sinistri
Siede nell'angolo e cerca di estrarre aria da una stanza che fino a pochi minuti fa ne era piena e ora sembra non averne più. Da molto lontano le giunge un suono sottile di risucchio e sa che è aria che le scende nei polmoni e poi risale ed esce in una serie di brevi ansiti febbrili, ma non muta la sensazione che ha di annegare nell'angolo del soggiorno di casa sua, con lo sguardo sulle spoglie stracciate del romanzo in edizione economica che stava leggendo quando è rincasato suo marito.


TRAMA e CONCLUSIONI: Ammetto che speravo in qualcosa di più, mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmata. Rose Madder si lascia leggere volentieri e non si fa fatica a odiare Norman!
Mi era stato consigliato da un amico per la trama tremendamente paurosa. 

Rose fugge. 
Fugge da quattordici anni di soprusi, da un marito violento e da una vita che non promette più nulla. Ricominciare da capo è l'unica via d'uscita. Una città sconosciuta, una nuova occupazione e un nuovo compagno: finalmente tutto sembra girare per il verso giusto. 
La donna si imbatte anche in uno strano dipinto. Una crosta senza valore, o molto, molto di più? 
Il legame tra il quadro e Rose si fa sempre più stretto, quasi morboso, e quando il suo sadico marito si farà rivedere non troverà più la debole e indifesa mogliettina di un tempo, ma qualcuno o qualcosa che stenterà a riconoscere.

Sinceramente, così paurosa non mi sembra e anche il libro non mi ha terrorizzata ma è anche vero che siamo tutti diversi e ci fanno "paura" cose differenti. 
Più che altro mi sono sentita solidale con Rose, per ovvi motivi ^^
Ho particolarmente apprezzato l'ultima parte ;)

PROMOSSO solo perchè è un classico "datato". Lo consiglio ai fan di King, però.

FONTE LIBRI E CAFFELATTE

giovedì 23 dicembre 2010

EverWorld 1 - Senna è scomparsa di K.A. Applegate


INCIPIT

INIZIA LA RICERCA
Accadde il giorno dopo. Fu una cosa terribile.
Era molto presto. Un'alba grigia. Più grigio che alba, a dire il vero, con quelle nuvole gonfie di pioggia e basse sopra il lago. L'aria era pungente, come piace a me quando vado a correre...
Scivolai silenziosamente giù dalle scale. Passai davanti alla stanza di mia madre...
La via era tranquilla...
Mi diressi verso il lago...
Vidi qualcuno seduto in fondo al pontile...
Era Senna, gli occhi fissi sul lago velato di nebbia, le gambe piegate, raccolte vicino al mento. Quasi una bambina. Con addosso un giubbotto di jeans troppo grande per lei. Sembrava così piccola...
E poi vidi gli altri. E loro videro me e, come dire, l'aria pungente del mattino diventò un vento di ghiaccio, mi entrò nella pelle e mi gelò dentro...
«E questo che cosa significa?» ripeté Christopher con un tono di voce più alto. Deliberatamente alto. Forse alto abbastanza perché Senna ci sentisse, se ci stava ascoltando.
«Prova a chiederlo a lei» disse April.
Lentamente Senna si alzò in piedi. Si voltò e ci guardò. Era forse a una trentina di metri di distanza.
Vidi il turbamento dipinto sul suo viso. Le sue labbra formarono la parola "no".
E poi l'universo intero si lacerò...


TRAMA E CONSIDERAZIONI:
A pelle mi è subito piaciuto, le prime pagine non sono male. 
La prima cosa che ho pensato: "... è strano!"
"C'è un posto che non dovrebbe esistere. Ma c'è. Ci sono creature che non dovrebbero esistere. Ma esistono. Benvenuto nella terra dove tutti i sogni e gli incubi diventano realtà. Possono essere mortali. Benvenuto a Everworld. Un mondo di spada e magia."
Ho finito il primo: è carinissimo! 
E' per ragazzi ma oltre che scorrevole si è rivelata anche una lettura gradevole.
Scritto in prima persona, qui a parlare è David, narra le avventure di quattro ragazzi che si ritrovano in un altro mondo Everworld ma senza volerlo. Soprattutto senza controllo, ogni tanto ritornano nel loro mentre fanno le solite cose di tutti i giorni.
Davvero simpatiche alcune battute. 
Ho riso troppo quando, durante un raduno di vichinghi a una dei ragazzi protagonisti viene chiesto d'intonare un canto. Lei risponde che non conosce canzoni di battaglie. Il suo amico la invita a cantare cmq, ne va della loro vita. Le dice di pensare a una canzone con le parole kill o blood e roba del genere. Così lei intona "Killing me softly" (per chi non la conoscesse è d'amore) ... alla fine i vichinghi si commuovono come pupi ^_^

FONTE LIBRI E CAFFELATTE

 

mercoledì 22 dicembre 2010

Cell di S. King


INCIPIT

La civiltà scivolò nella sua seconda era di tenebre su una pre-vedibile scia di sangue, ma a una velocità che nemmeno i futuro-logi più pessimistici avrebbero potuto pronosticare. Fu quasi co-me se non vedesse l'ora di finirci. Il primo giorno di ottobre, Dio era nel Suo paradiso, l'indice di Borsa era a 10,140 e quasi tutti gli aerei erano puntuali (eccetto quelli che atterravano o decolla-vano da Chicago, e c'era da aspettarselo). Due settimane dopo il cielo apparteneva di nuovo agli uccelli e il mercato azionario era un ricordo. A Halloween, tutte le metropoli del mondo, da New York a Mosca, puzzavano fino alle stelle e il mondo di prima era un ricordo.

L'Impulso
1
Il fenomeno che in seguito avrebbe preso il nome di Impulso ebbe inizio alle 15.03 del 1° ottobre, ora di New York. La definizione era naturalmente imprecisa, ma a dieci ore dall'evento quasi tutti gli scienziati in grado di
farlo notare erano o morti o impazziti. In tutti i casi il nome contava poco. Quello che contava era l'effetto.
Alle tre di quel pomeriggio, un giovane di non particolare importanza per la storia scendeva per Boylston Street, a Boston, con un passo elastico che era quasi una danza. Si chiamava Clayton Riddell. L'evidente espressione soddisfatta che aveva sul viso s'accordava con la spigliatezza dell'andatura. Nella mano sinistra impugnava la maniglia di un portfolio da artista, di quelli che si chiudono con delle serrature a scatto e diventano una valigetta. Attorcigliato alle dita della sinistra aveva il laccio di un sacchetto di plastica marrone sul quale, per chi si fosse preso il disturbo di leggerlo, c'era il logo PICCOLI TESORI.

TRAMA E CONSIDERAZIONI: Ho un po' di romanzi del Re in arretrato ^_^
Cell mi aveva colpito per la trama. 
Boston, primo ottobre. Tutto va bene. È un luminoso pomeriggio di sole, la gente passeggia nel parco, gli aerei atterrano quasi in orario. Per Clayton Riddell è il più bel giorno della sua vita. In quel preciso istante, il mondo finisce. A milioni, quelli che hanno un cellulare all'orecchio impazziscono improvvisamente, regredendo allo stadio di belve feroci. In un attimo, un misterioso impulso irradiato attraverso gli apparecchi distrugge il cervello, azzerando la mente, la personalità, migliaia di anni di evoluzione. 
In poche ore, la civiltà è annientata, l'homo sapiens non è mai esistito, lasciando al suo posto un branco di sanguinari subumani privi della parola. Ma questo è solo l'inizio.

Non è stato male ma speravo anche in questo caso qualcosa di più.
Ci sono molti clichè ma si è lasciato leggere. 
PROMOSSO

lunedì 20 dicembre 2010

La strada - The road di C. McCarthy

EINAUDI
INCIPIT

Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava a ogni prezioso respiro. Si tolse di dosso il tela di plastica, si tirò su avvolto nei vestiti e nelle coperte puzzolenti e guardò verso est in cerca di luce ma non ce n'era. Nel sogno da cui si era svegliato vagava in una caverna con il bambino che lo guidava tenendolo per mano. Il fascio di luce della torcia danzava sulle pareti umide piene di concrezioni calcaree. Come viandanti di una favola inghiottiti e persi nelle viscere di una bestia di granito. Profonde gole di pietra dove l'acqua sgocciolava e mormorava. I minuti della terra scanditi nel silenzio, le sue ore, i giorni, gli anni senza sosta. Poi si ritrovavano in una grande sala di pietra dove si apriva un lago nero e antico. E sulla sponda opposta una creatura che alzava le fauci grondanti da quel pozzo carsico e fissava la luce della torcia con occhi bianchissimi e ciechi come le uova dei ragni. Dondolava la testa appena sopra il pelo dell'acqua come per annusare ciò che non riusciva a vedere. Rannicchiata li, pallida, nuda e traslucida, con le ossa opalescenti che proiettavano la loro ombra sulle rocce dietro di lei. Le sue viscere, il suo cuore vivo. Il cervello che pulsava in una campana di vetro opaco. Dondolava la testa da una parte all'altra, emetteva un mugolio profondo, si voltava e si allontanava fluida e silenziosa nell'oscurità.

(NOTA: non sono io che ho voluto fare un dispetto e NON mettere gli spazi o andare a capo, è scritto proprio così ^^)


TRAMA E CONSIDERAZIONI: Avevo visto il film e come spesso accade ho voluto leggere il libro.
E' MERAVIGLIOSO! 
E' un post apocalittico scritto in un modo "tutto suo". Senza capitoli, senza virgolette per i dialoghi, in blocchi separati solo da alcuni spazi eppure si capisce benissimo.
La trama è semplice, sterile per certi versi come i panorami ma poetica come solo un post avrebbe potuto far sorgere: quando si toglie il superfluo, rimane l'essenza. In questo caso l'amore di un padre per suo figlio e la disperata ricerca della sopravvivenza.
Ecco perchè adoro il post apocalittico ;)
Un uomo e un bambino viaggiano verso sud con un carrello della spesa che contiene tutto quello che riescono a raccimolare in giro. Non mancano gli incontri, anche con alcuni uomini divenuti cannibali.
UN CAPOLAVORO!
Assolutamente consigliato, il romanzo come il film, per la trama e i panorami straordinariamente post: grigi, vuoti, sporchi come gli uomini sopravvissuti. Decadenti, miserabili, asciutti.
Il mondo svuotato, eviscerato si riduce all'estenuante viaggio lungo una strada cosparsa di cenere dei morti che non fa che ricordarti l'unica cosa importante: restare vivi!  
Commuovente, tanto ...

FONTE LIBRI E CAFFELATTE

domenica 19 dicembre 2010

On writing di S. King

SPERLING


DALL'INTRODUZIONE
Alla domanda: «Che cos'è On Writing?» Stephen King ha risposto: «È il romanzo della mia vita, non perché la mia vita sia un romanzo, ma perché la mia vita è scrivere».
Ecco perché questo libro più che un manuale tecnico per aspiranti scrittori è un'autobiografia del mestiere in cui la storia personale e professionale del Re (trent'anni di best-seller!) si fondono totalmente. 
Il delizioso «Curriculum vitae» d'apertura ripercorre gli anni della formazione, in un collage di ricordi che dall'infanzia, attraverso i momenti principali della crescita, arrivano al primo, grande successo con Carrie; 
«La cassetta degli attrezzi» è un'acuta e disincantata elencazione dei ferri del mestiere - quali sono, a che cosa servono, come mantenerli efficienti e sempre pronti all'uso -; 
«Sullo scrivere», la parte più ghiotta per gli addetti ai lavori, illustra le fasi del processo creativo fino all'approdo editoriale; 
e infine «Sul vivere», ricco di pathos, racconta come King abbia visto la morte da vicino, dopo lo spaventoso incidente in cui è stato coinvolto, e come, grazie alla scrittura, sia ritornato alla vita.

Ecco, con questo direi che dovrebbe essere chiaro.
L'ho trovato molto interessante. Non sapevo che il Re avesse avuto una vita tanto sofferta. Il successo è più che meritato. Ora comprendo perchè i suoi libri (non i film!) trasudano SOFFERENZA.
C'è molto tormento in numerosi protagonisti dei suoi libri, adesso è ovvio.

Ho apprezzato molto anche i consigli di scrittura. Pochi ma buoni ^__^
UN CONSIGLIO DEL RE, TANTO PER ESEMPIO: Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere molto e scrivere molto. Non conosco stratagemmi per aggirare questa realtà, non conosco scorciatoie.
Io sono un lettore lento, però mando giù solitamente dai settanta agli ottanta libri all'anno, soprattutto romanzi. Non leggo per imparare il mestiere; leggo perché mi piace leggere. È quello che faccio la sera, nella mia poltrona blu. Analogamente, non leggo romanzi per studiare l'arte della fiction, ma semplicemente perché mi piacciono le storie. Tuttavia si instaura un processo di apprendimento. Ogni libro che aprite ha la sua o le sue lezioni da offrirvi, e abbastanza spesso i libri brutti hanno da insegnarvi di più di quelli belli.

UN ALTRO: Il comandamento che vige nei corsi di scrittura era di solito: «Scrivete ciò che sapete». Niente da ridire, ma se voleste scrivere di astronavi che esplorano altri pianeti o di un uomo che ha ucciso la moglie e cerca di farne scomparire il cadavere con un tritarifiuti? Come fa lo scrittore a rendere compatibili progetti fantasiosi come questi con «scrivi quello che sai»?
Io credo che prima di tutto sia necessario dare di questa espressione l'interpretazione più ampia e onnicomprensiva. Se fate l'idraulico, sapete di idraulica, ma non è che le vostre conoscenze si esauriscano tutte lì; anche il cuore sa delle cose e lo stesso vale per l'immaginazione. Grazie a Dio. 
Non fosse per cuore e immaginazione, il mondo della fiction sarebbe un mondo oltremodo bigio. Potrebbe anzi non esistere affatto.

CONSIGLIATO!


sabato 18 dicembre 2010

Gothica - L'angelo della morte di F. Falconi

Verdenero
INCIPIT
<Gott ist tot!>
<Gott ist tot!>
Urla cupe rimbalzarono tra le mura delle case, echeggiando tra i vicoli tortuosi del paese.
<E' giunto il giorno della Bestia!>
Le ante delle finestre sbatterono, le porte si chiusero di botto seguite dal rumore di chiavistelli.
<Il Demonio è arrivato!>
Gemiti, lamenti e sospiri di disperazione. Litanie sommesse, preghiere.
<E' lui, l'Angelo della Morte!>
Poi, fu solo silenzio.

TRAMA: Chi è l'Angelo della Morte? Quali terribili segreti si celano dietro la sua comparsa a Gothica? In una megalopoli di un possibile futuro, dominata dai membri dello Scisma e dal clero della Chiesa, Frederick Volk, presidente di una multinazionale dell'industria genetica, sta portando avanti un programma di manipolazioni del DNA di piante, animali e uomini. 
Sulle attività della Mimesis Corporation si addensano molti sospetti, ma occorre trovare le prove dei suoi abomini. Muovendosi tra esperimenti di chimerismo e xenotrapianti, in una ragnatela di interessi che coinvolge anche chi dovrebbe esserne estraneo, Helena Wolff indaga sulle attività di Volk, fino all'ultimo, definitivo scontro.

CONCLUSIONI: Un libro a cavallo tra il fantasy e la fantascienza per affrontare argomenti importanti come la clonazione, l'eugenetica e gli Ogm. Ogni tanto fa piacere leggere un libro non per svago ma per riflettere su argomenti che ci toccano molto da vicino (anzi così tanto da non renderci nemmeno conto che, purtroppo, sono già una realtà).
I dialoghi tra Padre Faust e la scienziata Helena Wolff sono davvero ben riusciti. Vabbè... ammetto che le mie simpatie vanno a Padre Fast (adoro il suo "doppio demoniaco" eh eh eh) :D
Le mie congratulazioni all'autore: BRAVO!
PROMOSSO


venerdì 3 dicembre 2010

Sopravvissuti di M. Cortini e L. Moretti

Cover
Titolo: Sopravvissuti
Autore: Matteo Cortini e Leonardo Moretti
Anno: 2010
Editore: Asengard
Genere: Ucronia WWII/ post apocalittico
Pubblico: per un pubblico "maturo"



INCIPIT
Dicembre 1956
Anno XII dal Giorno del Giudizio
Terre Perdute Occidentali
Da qualche parte in quella che un tempo veniva chiamata Francia

L’eco di un’esplosione mi fa sobbalzare.
Tutto intorno è buio.
Dove sono? Sono nella casamatta? Stanno arrivando gli americani?
Devo andare alla mitragliatrice. Stanno per sbarcare sulla spiaggia.
Sono…

Mi sveglio di colpo e sono già lucido, quella lucidità che solo la paura di morire può infonderti.
No, non sono in Normandia ad attendere lo sbarco degli Alleati, i miei nemici di un tempo. Quel giorno di dodici anni fa credetti di essermi risvegliato all’inferno, di vivere in un incubo. Ma mi sbagliavo, il peggio doveva ancora venire.
«Cosa diavolo era?» chiede Florence, che si rintana in un angolo buio.

NESSUNA SPERANZA
NESSUNA TREGUA
SOLO CIECA FEROCIA

QUARTA: Una serie di bastoni sono infissi nel terreno a file regolari: i resti di un filare di viti. Mi ricordano le croci dei vecchi cimiteri militari. Cimiteri... ora che i Morti camminano sulla terra non c'è più bisogno di un luogo dove andare a pregarli. Sono loro che vengono da te a ricordarti che presto sarai uno di loro.
Decine di Morti stanno battendo i pungi contro il portone e le pareti della chiesa. Sono lenti e scoordinati, non riusciranno nemmeno a scalfire la porta d'ingresso ma rimarranno lì a battere per giorni, mesi o anni; anche per sempre, senza mai fermarsi, senza mai un attimo di riposo. E' questo che fa impazzire.

TRAMA: Il 6 Giugno 1944 è ricordato come il Giorno del Giudizio.
Il mondo era dilaniato dalla guerra, gli Alleati stavano sbarcando sulle coste della Normandia e le forze dell'Asse cercavano di contrastare la loro avanzata.
Fu allora che i Morti si risvegliarono.
In ogni nazione i cadaveri si rialzarono dai campi di battaglia, dalle fosse comuni e dagli ospedali, iniziando la loro feroce caccia al genere umano.
Sono passati dodici anni da quel giorno. Il mondo è ridotto a un cumulo di macerie e violenza, dove i Morti sono in costante ricerca di carne viva, mentre gli ultimi sopravvissuti sono ormai simili a bestie disperate e pericolose, disposti a tutto pur di vivere un giorno in più.
Questa è la storia di quattro di loro, in fuga attraverso le rovine di una Francia disabitata e silenziosa. Uomini e donne in cerca di cibo, acqua, un luogo sicuro dove poter dormire e di un ultimo, dannato, caricatore.

LE RECENSIONE PROSEGUE SU LIBRI E CAFFELATTE

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