sabato 3 marzo 2018

[recensione] Post Office di C. Bukowski


Dopo "Panino al prosciutto" non puoi non leggere l'ideale seguito di Henri Chinaski.

Trama: «Non potevo fare a meno di pensare, Dio mio, questi postini, non fanno altro che infilare le loro lettere nelle cassette e scopare. Questo è il lavoro che fa per me, oh, sì, sì, sì.» 
Il paradiso sognato da Henri Chinaski, appena assunto nell’amministrazione postale americana, viene brutalmente corretto dalla dura realtà dei sobborghi di Los Angeles, dove si muove un’umanità degradata, carica di rabbia. Tuttavia Chinaski non si lascia travolgere dalla squallida routine né schiacciare dai regolamenti, anzi, intensifica il ritmo sincopato della sua vita allo sbando con colossali bevute. 
E così scorrono le istantanee, sfocate e mosse, di donne, dalla calda e accogliente Betty all’insaziabile texana Joyce, sposata quasi per caso, a Fay, contestatrice hippy che darà a Henry una figlia per poi sparire con lei in una remota comunità. 
E mentre sullo sfondo si accendono i bagliori di un’imprecisata rivolta nei sobborghi neri della città, Henry passa attraverso la trafila di ammonizioni e procedimenti disciplinari per ubriachezza molesta fino all’inevitabile licenziamento, coronato da una sbornia liberatoria. «La mattina dopo era mattina e io ero ancora vivo. Forse scriverò un romanzo, pensai. E lo scrissi.»

Con Post Office Charles Bukowski ci ha dato uno dei suoi libri migliori, un vero e proprio inno all’istinto insopprimibile di libertà, perennemente in bilico tra il disinganno più cinico e l’amore per la vita. 


venerdì 2 marzo 2018

[recensione] Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby


Alle volte qualcuno ti fa un regalo e quando vedi il titolo e poi leggi la trama ti viene da pensare a una burla. Pensi: "Lo sa cosa mi piace, perché mi fa questo?"

Sì, perché se qualcuno ti regala un romanzo, poi ti tocca leggerlo. 
Ma con Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby è accaduto l'inaspettato. Mi è piaciuto. Motivo per cui ne faccio anche una recensione.

TRAMA: Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bon vivant che ama i viaggi, il gioco d’azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista ma di mezzi limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: Maria scopre una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. 
Durante una vacanza a Tripoli, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l’aveva legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d’amore che copre più di vent’anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini. 
Dai Fasci siciliani all’ascesa del fascismo, dalle leggi razziali alla Seconda guerra mondiale e agli spaventosi bombardamenti che sventrano Palermo, Simonetta Agnello Hornby insegue la sua protagonista, facendo della sua storia e delle sue scelte non convenzionali la storia di un segmento decisivo della Sicilia e dell’Italia.

Operazione Husky: lo sbarco in Sicilia

giovedì 1 marzo 2018

[recensione] Venere in pelliccia di Leopold von Sacher-Masoch


Venere in pelliccia è un romanzo erotico del 1870 scritto da Leopold von Sacher-Masoch
Premesso che non sono esperta del genere, mi limito a dirvi che ho trovato molto coinvolgente la lettura di Venere in pelliccia. A tratti evocativa, la scrittura di Leopold von Sacher-Masoch, ha un tenore alto e aulico. Ricca di riferimenti e citazioni di poeti, filosofi, pittori e altri ancora, si districa comunque benissimo tra le scene che il genere richiede e le scene descrittive per l'ambientazione.

Trama: Arte, letteratura, sensualità si intrecciano nelle pagine di Venere in pelliccia , dove si racconta la relazione del giovane aristocratico galiziano Severin con Wanda Dunajew, una nobildonna vedova, ricca e bella. Con lei, antesignana di tanti personaggi femminili della letteratura decadente, il protagonista sottoscrive un vero e proprio contratto: sarà il suo schiavo, con il nome di Gregor, e lei la sua dea, con potere di vita e di morte purché, ispirandosi alla Venere allo specchio di Tiziano, indossi una pelliccia.
Pubblicato nel 1870, e in una nuova versione ampiamente rivista (che qui si pubblica) nel 1878, Venere in pelliccia è un romanzo pervaso da forti toni autobiografici che non va però letto come un "diario", perché assai accentuato è l'aspetto di letterarietà: Sacher-Masoch fonde infatti gli elementi più tipici della cultura germanica, dal mito romantico dell'innamoramento per un'opera d'arte al tema faustiano del patto con una forza infernale, fino alla contrapposizione tra civilizzazione decadente (l'uomo, il Nord, il castello in Galizia di Wanda) e natura primigenia (la donna, il Sud, l?Italia dove i due compiono un viaggio). È in questo che risiede il fascino dell'opera, e la sua estetizzante, colta, ma non per questo meno potente, carica sensuale.

Versione teatrale di "Venere in pelliccia" con Sabrina Impacciatore

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