FONTE LIBRI E CAFFELATTE
Recensione integrale
URANIA |
Il mondo della foresta (The world for world is forest) è un romanzo fantascientifico a sfondo ecologico di Ursula Le Guin. Pubblicato per la prima volta in forma breve nell'antologia Again, Dangerous Visions nel 1972/1973, è poi divenuto un romanzo breve nel 1976.
Anche se rientra nel Ciclo dell'Ecumene di sette romanzi, io l'ho letto senza problemi.
INCIPIT (dei primi tre capitoli)
1
Davidson
Due episodi del giorno precedente erano nei pensieri del capitano Davidson al suo risveglio, e lui rimase a osservarli nell'oscurità, per un lungo periodo di tempo, senza alzarsi dal letto.
Uno positivo: il nuovo carico di donne era arrivato. Incredibile ma vero. Erano a Centralville, a ventisette anni dalla Terra con la navigazione ultraluce, e a quattro ore di elicottero da Campo Smith: la seconda infornata di femmine da accoppiamento per la New Tahiti Colony, tutte sane e pulite, 212 capi di razza umana di prima scelta. O che poteva passare per prima scelta, a ogni buon conto.
Uno negativo, il rapporto dall'Isola Discarica: raccolti scarsi, massicce erosioni, smottamento totale. (...)
Uno negativo, il rapporto dall'Isola Discarica: raccolti scarsi, massicce erosioni, smottamento totale. (...)
2
Selver
Ogni tinta della ruggine e del tramonto, rossi marrone e verdi pallidi, cangiava interminabilmente nelle lunghe foglie agitate dal vento. Le radici dei salici ramati, spesse e nodose, erano color verde muschio in prossimità dell'acqua corrente, che, come il vento, si muoveva con lentezza, con molti ritorni e pause apparenti, trattenuta da rocce, radici, foglie cadute e fronde pendenti.
Nessun cammino era netto, nessuna luce era ininterrotta nella foresta. Nel vento, nell'acqua, nella luce del giorno e in quella delle stelle sempre s'infilavano la foglia e il ramo, il tronco e la radice, il chiaroscuro, la complessità. Brevi percorsi correvano sotto i rami intorno ai tronchi, sulle radici: non procedevano diritti, bensì cedevano a ogni ostacolo, tortuosi come nervi. (...)
3
Lyubov
Il capitano Lyubov aveva mal di testa. Il dolore cominciava piano nei muscoli della spalla destra, e di lì saliva in crescendo, fino a diventare un oppressivo rullo di tamburi al di sopra dell'orecchio destro. I centri della parola sono nella corteccia cerebrale sinistra, pensò; ma non sarebbe stato capace di dirlo a voce alta: non riusciva a parlare, o a leggere, o a dormire, o a ragionare. Emicrania.
Naturalmente l'avevano già guarito dall'emicrania una volta al college e una seconda volta con le sedute obbligatorie di Psicoterapia Profilattica dell'esercito, ma Lyubov si era ugualmente portato le pastiglie di ergotamina, quando aveva lasciato la Terra: non si sa mai. Ne aveva prese due, con un analgesico, un tranquillante, e una pastiglia digestiva per annullare gli effetti della caffeina che annullava quelli dell'ergotamina, ma lo scalpello continuava a colpire dall'interno, proprio sopra l'orecchio destro, al ritmo del grosso tamburo.
TRAMA
Gli uomini sono sparsi su vari pianeti nell'universo conosciuto col nome di Ecumene o Lega di tutti i mondi. Con varie colonie a disposizione, con una tecnologia che permette viaggi interstellari e comunicazioni istantanee grazie all'ansible, gli uomini espandono i territori alla ricerca del legno. Il legno è divenuto rarissimo e quindi molto richiesto.
Non sono uomini terrestri, però, bensì la Terra è una colonia degli uomini del pianeta Hain da cui sono partiti in epoche remote.
Questo in sintesi, il panorama generico della saga.
Ora veniamo al libro in questione.
La trama è semplice: New Tahiti è un nuovo pianeta dove il legno è abbondante e per questo viene invaso dagli uomini. I suoi abitanti, creature pelose e verdastre simili a scimmiotti, hanno sviluppato una coscienza collettiva col pianeta e la meravigliosa foresta che lo ricopre per intero. La loro spiritualità è direttamente collegata alla foresta. Gli uomini, intaccando l'equilibrio forestale, hanno innescato dei gravi problemi anche al popolo, che inizia a ribellarsi. Scoppia la guerra.
Protagonisti con POV alternati sono soprattutto Selver, Lyubov e Davidson. Attraverso i loro occhi e le loro emozioni, l'autrice descrive la lotta del popolo Athshiani (chiamato in modo dispregiativo i creechie) per la libertà.
I personaggi più incisivi sono Selver, un Athshiano fiero e combattivo. Lyubov, un antropologo (un uomo di scienza) che cerca di instaurare il dialogo attraverso la conoscenza "interrazziale" e Davidson, il soldato "colonizzatore e spietato".
CONCLUSIONI: Mi è piaciuto molto. E' scritto bene, scorre liscio senza intoppi verso un finale plausibile ma non "idilliaco". A mio avviso, un buon romanzo. L'ambientazione è ben definita e la storia coerente.
CONSIGLIATO!
NOTA: Per tutto il tempo mi sembrava di vedere "omini blu" e non "scimmie verdi", sarà un caso?
Un'immagine dal film AVATAR |
OPS! Ma non era una trama "originale" quella di Avatar?
Non solo. Ci sono altri romanzi da cui sono state prese e riadattate le idee.
Ora passerò a Call me Joe di P. Anderson. Mi è sembrato di capire che quest'ultimo sia stato razziato per benino ... vi tengo informati.
Alla prossima!
PS: riporterò le mie "nuove" conclusioni su Avatar alla fine della seconda lettura. -_-
Da Libri e Caffelatte
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