venerdì 2 marzo 2018

[recensione] Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby


Alle volte qualcuno ti fa un regalo e quando vedi il titolo e poi leggi la trama ti viene da pensare a una burla. Pensi: "Lo sa cosa mi piace, perché mi fa questo?"

Sì, perché se qualcuno ti regala un romanzo, poi ti tocca leggerlo. 
Ma con Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby è accaduto l'inaspettato. Mi è piaciuto. Motivo per cui ne faccio anche una recensione.

TRAMA: Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bon vivant che ama i viaggi, il gioco d’azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista ma di mezzi limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: Maria scopre una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. 
Durante una vacanza a Tripoli, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l’aveva legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d’amore che copre più di vent’anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini. 
Dai Fasci siciliani all’ascesa del fascismo, dalle leggi razziali alla Seconda guerra mondiale e agli spaventosi bombardamenti che sventrano Palermo, Simonetta Agnello Hornby insegue la sua protagonista, facendo della sua storia e delle sue scelte non convenzionali la storia di un segmento decisivo della Sicilia e dell’Italia.

Operazione Husky: lo sbarco in Sicilia


Maria è una donna d'altri tempi, in apparenza sottomessa eppure io ho sentito una forza immensa tanto che è stata questa sua determinata volontà di portare avanti il fardello di un matrimonio impostogli dalla famiglia, abbandonando dunque un amore vero, e tutto quello che ne consegue, che mi ha fatto leggere con curiosità e stima questa storia.

La Sicilia non la conosco, ma l'autrice dipinge "la Sicilia di inizio XX Secolo" benissimo. 
Si attraversano gli anni e gli sconvolgimenti in tutta la sua tragica conclusione. Non si scontano neppure le durissime condizioni di vita dei lavoratori delle miniere che mi hanno trovato impreparata a tanta barbarie. Maria fa domande scomode, propone soluzioni che non si possono attuare... 
l'autrice è abile nel mostrare le crude realtà attraverso gli occhi innocenti di Maria che cresce e matura nel romanzo insieme al lettore. 

Un romanzo a tratti minuzioso nelle descrizioni, ma a me è piaciuto proprio per questo. 
Le scene d'amore sono ben gestite, un po' stucchevoli forse, ma non soffocano inutilmente la ricchezza culturale che il romanzo dona al lettore. Usi e costumi, modi di dire e di pensare che non sapevo. Alcuni dialoghi sono in dialetto, questo mi ha rallentato, ma si capisce e alla fine l'ho trovato immersivo e coinvolgente. 

Bello, curato.
Un paio di forzature storiche dovute forse alla trama, ma non ne faccio una tragedia. Purtroppo si sa che nei romanzi storici si possono creare degli inciampi. In questo caso, si sorvola perché la ricchezza dello stile mi ha fatto conoscere Maria che ora è un po' un'amica che mi ha regalato la sua storia.
Grazie.

Lo consiglio moltissimo!

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