venerdì 7 gennaio 2011

Il ghigno di Arlecchino di A. Barone


Cover
Titolo: Il ghigno di Arlecchino
Autore: Adriano Barone
Anno: 2010
Editore: Asengard - Wyrd
Genere: Weird
Pubblico: maturo

INCIPIT

0
non temete le mie parole non temete le parole che costruiscono mondi 
respiratele cantatele e tracciate nervose spezzate libere linee nell’aria immaginate realtà create ipotesi masticate il caos escreti i sogni rigurgitate 
le infinite possibilità postulate meravigliosi terribili incidenti dall’uno i 
molti solo quando è tutto finito realizzate felicità inventate l’ombra ha 
formulato lo spirito ha agito per essere causa se il tempo vi è ostacolo e 
nemico divoratelo voraci digrignate i denti sfregateli tra loro fino a farli 
stridere e poi sbatteteli con forza e aprendo e chiudendo la bocca tac tac 
tac tac tac...
Tac
tac
tac
tac

tac

1
Il Barone camminava nel corridoio, l’eco dei suoi passi rimbombava nonostante cercasse di appoggiare i piedi al suolo più delicatamente possibile.
Ai lati del corridoio, le creature fluttuavano in contenitori trasparenti, alcune beatamente abbandonate all’abbraccio del liquido di conservazione, altre che si dibattevano come in preda a una crisi epilettica o a un raptus di follia.
«Il ragno piccolo e stupido, piccolo e stupido, piccolo e stupido...» ripeteva la voce proveniente da una testa di neonato dalla Adriano Barone quale si allungavano dita innaturalmente lunghe. Ognuna di esse non terminava in polpastrelli ma in piccole bocche che si appiccicavano alla superficie del contenitore cilindrico. La voce, da fuori, era udibile grazie a onde multicolore che, propagandosi nel liquido e infrangendosi contro la superficie di vetro, venivano amplificate all’esterno.
Al termine del condotto uretrale di quello che sembrava un pene reciso ospitato in un altro contenitore, un occhio si aprì,  contemporaneamente ad altri due occhi che si trovavano dove avrebbero dovuto esserci dei testicoli.

TRAMAVittima di esperimenti che lo hanno portato ad avere poteri quasi divini, ma sui quali non ha il minimo controllo, il folle Arlecchino fugge dalla prigionia impostagli fin dalla nascita. Il giullare si ritrova in un mondo in apparenza perfetto, dove la morte non esiste: insofferente a ogni tipo di regola, vittima di un destino che lo vede sempre in balia di forze che vogliono imporre l’ordine nel Multiverso, Arlecchino porta il caos nel mondo in cui è prigioniero e, liberatosi, in tutte le altre realtà esistenti, provocando ciò che i misteriosi Tracciatori vogliono prevenire ad ogni costo. E quando si scatena la sua follia, in tutti i Tracciati dell’universo risuona il ghigno di Arlecchino.

LA RECENSIONE PROSEGUE SU LIBRI E CAFFELATTE

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