lunedì 2 aprile 2012

[libro] La trilogia steampunk (1- Vittoria) di P. Di Filippo

Recensione di Libri e Caffelatte
DELOS
Delos ha ristampato un'antologia di 3 racconti lunghi che mancava da molto tempo: "La trilogia steampunk" di Paul Di Filippo. Volendo, ci sono anche in ebook ma separati.

L'introduzione di Salvatore Proietti inizia così: "Questo non è un libro steampunk."
A dire il vero, ho trovato più incisivo il suo incipit di quello di Di Filippo :D
Prima di parlarvi del primo racconto intitolato Vittoria, vi spiego brevemente il senso della prefazione. E con l'occasione, parlarvi un po' di steampunk.

L'antologia di Di Filippo è del 1994.
Il suo steampunk è più una satira dei tempi, non ci sono sbuffi di vapore o aeronavi. Per lui il "punk" è inteso come un dissenso nei confronti della Londra vittoriana sotto forma di critica sociale.

Proietti si schiera dalla parte di Di Filippo, dicendo che nello steampunk si possono identificare tre tratti indispensabili.
Il primo, l'epoca dei grandi imperi coloniali, e non solo l'era vittoriana quindi.
Il secondo, la presenza di macchine anacronistiche. Ricercando nel retro-futurismo il mondo di oggi, ma visto con gli occhi del passato. Proietti aggiunge quindi che VerneWells Conan Doyle non scrivessero steampunk. (Affermazione che mi trova in totale disaccordo, anche se comprendo il suo punto di vista.)
Terzo e ultimo punto, la satira che, sempre secondo Proietti, si sta andando a perdere. (A mio avviso, non è una grave perdita. La satira non ha le mie simpatie.)

Riesce in poche righe a tracciare una breve sintesi del genere, rimandando gli approfondimenti "alla rete".
Nel 1987 viene coniato il termine steampunk in una lettera alla rivista Locus da Jeter, che parla di satire storiche o gonzo-historical.
In Morlock Night (La notte dei Morlock, del 1979) Jeter aveva ripreso le creazioni della Macchina del tempo dal futuro al tempo di Wells.
Mio dubbio: che io sappia però, Jeter aveva ripreso i Morlock, cioè le creature del sottosuolo. Un gruppo di Morlock trova la macchina del tempo e viaggia indietro fino all'epoca di Wells. Poi, il romanzo si svolge nella Londra vittoriana. Non capisco quali siano queste "creazioni" che viaggiano dal futuro al passato.

URANIA 1347, del 1998
Torniamo alla prefazione di Proietti, grazie alla quale riusciamo a chiarire meglio questo genere di cui tutti ne parlano, ormai, ma che in pochi conoscono davvero.
Nel 1983 Tim Powers nel suo The Anubis Gates, ossia Le porte di Anubis, fa uso raffinato di personaggi storici fra cui Byron.
Altro mio dubbio: Le porte di Anubis è uno stempunk per "etichetta", ma non tanto per quel che narra. E' più vicino alla fantascienza, per i viaggi nel tempo, e a un fantasy, per la presenza di magia. Io non l'ho finito. Personalmente, l'ho trovato molto noioso. Ma in futuro, vedrò. Comunque, usare un personaggio dell'era vittoriana non fa di un romanzo uno steampunk, a mio avviso.
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