martedì 3 aprile 2018

[recensione libro] Gli sdraiati di Michele Serra (+ film con Claudio Bisio)


"Gli sdraiati" di Michele Serra è passato come capolavoro, il suo miglior lavoro.
Avendo letto di suo solo "Ognuno potrebbe" posso solo confrontare stile e contenuto, ma non contraddire o avvalorare l'affermazione di critici e (forse) fan.

La mia opinione è che ho preferito "Ognuno potrebbe". 
"Gli sdraiati" vuole raccontare il contrastato rapporto padre/figlio in questo complicato periodo in cui gli smartphone e i social hanno creato un divario tale che se un padre decide di restarne fuori, sarà il primo colpevole. E' il padre che deve andare in contro al figlio, non viceversa. E' compito del figlio essere "ribelle". Altrimenti che adolescente sarebbe?

Serra dice che non capisce questa generazione di "sdraiati" appunto, che non fanno nulla se non toccare e fissare lo smartphone come un profeta. E vorrebbe portarlo in montagna per una passeggiata. 

TRAMA: Forse sono di là, forse sono altrove. In genere dormono quando il resto del mondo è sveglio, e vegliano quando il resto del mondo sta dormendo. Sono gli sdraiati. 
I figli adolescenti, i figli già ragazzi. 
Michele Serra si inoltra in quel mondo misterioso. Non risparmia niente ai figli, niente ai padri. Racconta l'estraneità, i conflitti, le occasioni perdute, il montare del senso di colpa, il formicolare di un'ostilità che nessuna saggezza riesce a placare. 
Quando è successo? Come è successo? Dove ci siamo persi? E basterà, per ritrovarci, il disperato, patetico invito che il padre reitera al figlio per una passeggiata in montagna? Fra burrasche psichiche, satira sociale, orgogliose impennate di relativismo etico, il racconto affonda nel mondo ignoto dei figli e in quello almeno altrettanto ignoto dei "dopopadri". 
"Gli sdraiati" è un romanzo comico, un romanzo di avventure, una storia di rabbia, amore e malinconia. Ed è anche il piccolo monumento a una generazione che si è allungata orizzontalmente nel mondo, e forse da quella posizione riesce a vedere cose che gli "eretti" non vedono più, non vedono ancora, hanno smesso di vedere.


Ne hanno anche tratto un film con Claudio Bisio che per paradosso ho trovato più noioso del romanzo. Eh, sì perché se Serra è circondato da "sdraiati" non vuol dire che lo siano tutti. 
Attenzione quando si parla d società, la società è vasta. Diciamo allora che quelli intorno a lui sono così e se sono così forse non hanno dei validi esempi con cui confrontarsi. Certo non un padre che stressa un figlio con la gitarella in montagna.


E se il romanzo si legge alla fine per lo stile prolisso, ma anche simpatico, di Serra, il film annoia se non per poche scene o battute del figlio che per difesa, costretto anche alle sedute dello psichiatra che segue il divorzio/separazione della coppia, esterna che ci sono troppe regole.
TROPPE REGOLE!
"Da mamma, se lascio lo yogurt, lei lo prende e lo finisce, tu invece ne fai un caso" cito dal film.

E lo psichiatra "certo, le doppie regole dei figli dei divorziati". Chiaro, loro non vedono l'ora d'incasellarti. Di etichettarti. Così hanno la frase del manuale giusta da sfornarti calda prima della parcella, che la motiva a questo punto. 

Amici, non so che dirvi.
Il romanzo si legge, ma per chi come me scrive con un occhio tecnico così da stuzzicare la mia voglia di ricerca di stili e analisi. Per il resto, è un romanzo che gioca con le parole, ma di contenuto povero e banale. Un giudizio di un solo padre verso un solo figlio, non generalizziamo, Serra... 
I ragazzi che frequenti tu saranno sdraiati, quelli che frequento io sono in fermento e si danno un gran bel da fare per cambiare questo schifo di mondo! Forse sono i "tuoi" che mancano di stimoli, di argomenti, di voglia di cambiare... forse come te non vogliono che cambi nulla. 
Chissà perchè?
A buon intenditore... 

Metto il bannerino per amazon, ma lo consiglio solo per lo stile. 
Il film idem. Una commedia sciatta e vuota. Un Bisio spento, che gira su sè stesso quando basterebbe mettersi al computer e capire come funziona il mondo di oggi, dei nati dopo il 2000 che già mai hanno conosciuto cabine del telefono e gettoni e quindi pensano in un modo diverso.
Ora, o li capiamo noi e è ovvio che loro sembrino "strani". Ma lo sono davvero o sono i "Serra" a non capirli perché dal loro piedistallo non scendono e scrivono che non li capiscono perché è più facile che capirli davvero?
A voi la risposta.

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