mercoledì 28 settembre 2011

La Contessa nera di R. Johns


La RECENSIONE completa la trovate QUI!

INCIPIT
22 agosto 1614
Csejthe, Ungheria del Nord
Al reverendo Elias Lani, Zilina
Dominus vobiscum
E' con profondo  rammarico che mi vedo costretto a informarvi che la vedova Nadasdy è spirata ieri sera senza pentirsi dei suoi crimini, sebbene io e il reverendo Ponikenus abbiamo fatto tutto il possibile per indurla a confessare. (...)

PARTE I
Extra Hungariam non est vita
1° gennaio 1611
Il ragazzo e suo padre sono giunti all'alba per murarmi nella torre. Venivano dal villaggio ai piedi del castello, con il loro asino e il carretto pieno di attrezzi. Io ero sveglia da ore, a fissare dal davanzale il cielo che da nero volgeva all'azzurro chiaro, ed è così che ho sentito il loro scalpiccio sulla neve della corte: due sagome scure l'una all'altra, intente a bisbigliarsi qualcosa all'orecchio, rabbrividendo con lo sguardo rivolto alla mia finestra e segnandosi in fronte quasi fosse un mostro.

TRAMA: (dalla copertina) Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Il suo sguardo austero è rivolto verso una feritoia nel muro che mostra solo un piccolo squarcio di cielo. Quello squarcio di cielo è l'unica cosa che scorgerà per il resto della vita. Murata viva in quella stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Báthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita.
Fin da bambina Erzsébet è stata una ribelle, innamorata solo dei libri e delle folli corse con il suo cavallo, sorda ai severi insegnamenti della madre sulle arti femminili. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Atti che la segnano nel profondo e che non dimenticherà mai. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nádasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sárvár è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere.
Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla.
Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini?

CONCLUSIONI: Mi sento in dovere, oltre a dirvi la mia personale opinione, di fare una duplice conclusione/suggerimento perchè io, lo ammetto, sono partita prevenuta e con determinate aspettative basate sul personaggio storico.
Inizio col dirvi cosa NON è:
NON E' UN ROMANZO HORROR
NON E' UN HARMONY 
NON E' UN PARANORMAL ROMANCE
A me è sembrato più un romanzo STORICO SOFT (molto ma molto leggero) e senza scene esplicite di sesso nè di battaglie. Viene spesso fatta una sorta di introduzione all'inizio di alcuni capitoli spiegando (non mostrando!) gli eventi storici in corso.
Non è horror perchè a parte una leggera velatura di pazzia della Contessa non mi sono immersa in un'ambientazione particolarmente intensa e oscura. Non ho nemmeno percepito l'anima nera.
Non è un Harmony, non c'è romanticismo nemmeno a pagarlo! Non c'è stato un solo momento dove mi sono sentita coinvolta o palpitante. Non c'è emozione, io non l'ho avvertita.
Non è un PR, non c'è il minimo accenno a eventi surreali. Non ci sono nemmeno riti esoterici o di magia nera come voleva la leggenda.

MIA OPINIONE: Io, conoscendo la Contessa Bathory, mi aspettavo tutt'altro! La donna descritta in queste pagine non è la Bathory famosa ma una "rivisitazione personale" dell'autrice, a mio parere.
E' un po' come se avesse tolto a Dracula la sete di sangue o a Dorian Gray la vanità. E concedetemelo, è come se avesse tolto a Fujiko le tet ... cioè volevo dire l'egoismo ;)
La noia è stata molta.
A un certo punto (circa dopo la metà, dopo un evento che non vi dico per non inserire spoiler) ho sperato: "Oh! Adesso cambierà! Adesso farà qualcosa!"
E invece nisba!
Una delusione! Le mie aspettative, tradite.
I diversi motivi per cui l'ho comprato, non hanno trovato riscontro in niente.
Quindi, BOCCIATO!
Un vero peccato, pazienza :(

Comunque, non siamo tutti uguali. E il libro non è un "brutto" libro.
Quindi aggiungo due tipologie di potenziale lettore con relativo mio suggerimento:

IL MIO PRIMO SUGGERIMENTO è per chi come me già conosce il mito e spera di leggere della Contessa-vampira, di "vivere" scene forti considerando che era una sadica, di "vivere" un personaggio schizofrenico giunto fino ai giorni nostri proprio per la sua pazzia: LASCIA PERDERE!
Quella Bathory qui non la troverai. Qui è solo una donna comune con la mania di picchiare le serve e con il pallino dei soldi, cosa abbastanza scontata per quei tempi! La pazzia che viene descritta, se escludiamo le due frustatine date in tre scene del libro, sembra dettata dalla frustrazione e non da vera pazzia!
Secondo me, l'autrice non è stata in grado di entrare nella testa di una maniaca demente autentica come poteva essere la Bathory anche perchè ha tolto l'elemento chiave della sua vita: il sangue!
Qui è quasi una versione alternativa e annacquata della Bathory storica.

IL MIO SECONDO SUGGERIMENTO è per chi non sa nulla della Contessa, non gli frega della venatura vampiresca e del sangue e apprezza lo storico-femminile-soft: POTREBBE PIACERTI!
Alla fine, però, devo essere capace di mettere da parte le mie aspettative e dare un giudizio asettico.
Questo romanzo si è lasciato leggere, è scorrevole anche se gli eventi narrati si sviluppano lentamente. Quindi se ti piacciono i romanzi di "vita di corte" (tanto per capirci, anche se non siamo davvero a corte ma il tenore è quello) al femminile senza battaglie e con pochissime scene "leggermente" cupe, potrebbe risultarti una piacevole lettura.

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