giovedì 17 maggio 2018

[recensione libro film] American pastoral di Roth


American Pastoral o Pastorale Americana di Philip Roth è più che la storia di un uomo chiamato Levov, è più che un romanzo storico, è un'importante critica alla società americana (di quegli anni), anche se non mi sembrano molto diversi, oggi.

Come recensirlo è un problema, per via della quantità di nozioni storiche che coprono quasi quarant'anni, parlando solo della storia di Levov, ma c'è anche il dopo. Quindi, per non creare confusione, ho pensato di fare solo una breve sintesi dei fatti importanti senza troppi spoiler (ma sopratutto senza quelli fulcro della trama se non con l'avviso). 

Cominciamo col dire che la struttura narrativa è ben ideata. 
L'alter ego dell'autore, Nathan Zuckerman, che troviamo anche ne "La macchia umana", è colto da nostalgia in tarda età e quindi va per la prima volta al 45° anniversario dei compagni di College. Qui rivede il fratello, suo coetaneo, del mitico Seymor Levov, soprannominato "lo Svedese" per via del suo aspetto nordico.

Lo Svedese era ai suoi occhi il vincente, colui che era campione in ben tre sport e che avrebbe potuto fare di tutto nella vita, che gli sorrideva e lo avvolgeva con benevola fortuna. Ma sarà il fratello Jerry a raccontargli la sua tragica vita, fino a un certo punto. Gli narrerà del suo primo matrimonio con una donna cristiana Dawn, perché i Levov sono ebrei, e di come fossero felici anche quando è arrivata la prima figlia Merry. Seppur balbuziente, lei era la gioa del padre e della madre.
Finchè un giorno, la bambina chiede al suo bel padre di baciarlo come bacia la mamma.


Ora, il romanzo si distacca molto dal film.
Vedi questo bacio, per esempio. Nel film del 2016 diretto e con Ewan McGregor, abbiamo due reazioni diverse; nel romanzo Levov la bacia e inizia la sua personale via verso un decadimento anche psicologico, mentre nel film non la bacia, ma resta comunque turbato.

Le differenze saranno molte, ma anche per una questione che il romanzo è ricolmo di sotto-storie per inserirle in un film. Quindi è focalizzata la vita di Seymor con un finale alternativo. Ve ne parlerò alla fine dopo l'avviso di spoiler.

Merry cresce e arriva la sua turbolenta adolescenza in piena guerra del Vietnam. 
Loro, i Levov, vivono una vita tranquilla in campagna a Newark, in New Jersey e non ci tengono molto a prendere parte ai picchetti o alle manifestazioni. Non sono insensibili, ma preferiscono condurre una vita "pastorale", da qui il titolo del romanzo. 
Ovviamente la figlia non è d'accordo e fa di tutto per ribellarsi ai suoi genitori accusandoli perfino di appoggiare la guerra. 

Odia la madre, che era reginetta del New Jersey (anche se il suo quotidiano è molto lontano dal lusso e dallo sfarzo, visto che è sempre nelle stalle con le sue mucche) e odia il padre che è uno "sfruttatore dei poveri neri" (chiamati negri all'epoca). In realtà, i Levov hanno una fabbrica di guanti con l'80% di lavoratori di colore, sono ben pagati e hanno tutti i diritti come i bianchi. Una piccola oasi, insomma. Seymor che ha preso le redini della fabbrica, la conduce in modo impeccabile. E di certo non sfrutta nessuno. 


Ma la figlia li odia comunque e fomenterà gli stereotipi che sono solo nella sua testa con ideali rivoluzionari. Tanto che quando Seymor le dice che può "combattere" per i suoi ideali anche a Newark, lei vuole andare a New York dove c'è la vera rivoluzione. 
Il padre accetta di farla andare nella grande mela ospite di una parente pur di accontentarla. Ma Merry, anzichè comprendere la pazzia della gente che vuole promuovere un'altra guerra in casa, entra nel gruppo. Farà avanti e indietro diverse volte finchè non accade l'inevitabile. 


L'ufficio postale salta in aria, una bomba amatoriale è la colpevole. Merry scompare...
I genitori impazziscono, ma soprattutto Seymor. Lui che non si darà pace per anni inseguendo indizi e entrando a sua volta in contatto con i ragazzi come lei che "si ribellano".
Conoscerà un'altra ragazza che alla fine gli mostrerà dove si è rifugiata Merry.
Ormai "un'altra ragazza", con un'altra "fede religiosa", distrutta nella mente e nel corpo, ma rinata a suo dire per vivere una nuova esistenza, Merry non tornerà a casa se non dopo alcuni anni ancora.

!!! AVVISO DI SPOILER SUL FINALE DIVERSO !!!


Nel romanzo, torna a casa e c'è una scena a tavola surreale in cui il padre di Seymor è colto da infarto mentre tutti ridono perché Merry dice che ha ucciso ben quattro persone con le bombe... non male.
E l'autore fa una carrellata dei personaggi che nel film non ci sono in quanto entrano nella vita di Seymor dopo il divorzio con Dawn. E' un capitolo d'incredibile impatto retorico e critico. 
La "pastorale americana" è una facciata. Anche uno come Seymor ha fatto cose che lo hanno reso un ipocrita, un padre distrutto, un marito fallito, psicologicamente instabile e con enormi cicatrici che nasconde fingendo che vada tutto bene. Come fanno tutti, la domenica in coda dietro il proprio pastore
"Dopotutto cos'hanno fatto di male i Levov?" dice lo scrittore uscendo infine dal ritrovo con i compagni di college, dopo aver ricostruito la vita dello Svedese con ricerche oltre che al racconto del fratello. 

Nel film, il finale è più corto e si ferma al solo matrimonio con Dawn. Anche se Seymor scopre che lei lo tradisce, lui non divorzierà e continuerà a cercare la figlia che dopo quell'incontro alla clinica degli animali, dove lei è addirittura sfigurata, svanirà senza lasciare traccia.
Merry racconta di stupri, percosse, costrizioni... insomma la psicologa amica che l'ha mandata dai suoi "amici rivoluzionari" si sono rivelati dei delinquenti e hanno abusato di Merry in tutti in modi possibili. E' riuscita a fuggire e quando incontra il padre lei è una seguace di una "setta" che la porta a vivere di carità e a non lavarsi. Ha una benda sul volto perché non fa male all'aria, vi dico solo questo tanto per dare un'idea del cambiamento drastico.
Ma quando sembra che tornerà a casa, Merry va via e una sequenza d'invecchiamento rapida mostra quanto Seymor non si sia mai arreso e pianga la figlia. 





Quattro stagioni, quattro immagini per una vita in attesa di Merry. Che tornerà solo per il suo funerale. Il film infatti ha un finale diverso. Seymor è morto e il fratello Jerry era in città solo per quello, ma visto che c'era l'anniversario del college, ha pensato di andarci.
Così fa lo scrittore Nathan.
D'un tratto, da un taxi, scende una ragazza bionda che si fermerà davanti alla bara senza mai mostrare il volto. Non saluta nemmeno la madre, Dawn, che compare ancora come moglie.


!!! AVVISO DI FINE SPOILER !!!

Conclusioni: Pastorale americana ha vinto il Premio Pulizer nel 1998 e a mio avviso è meritatissimo. Non solo per la storia narrata che è un filo conduttore per tutto in contenuto politico e sociale che Roth analizza e critica. Spiega e ironizza. Il film è ben fatto e Ewan McGregor è bravissimo sia per recitazione che regia. Riesce a creare lo sconvolgimento che lo percuote fino a distruggerlo, ma lo rende "eroe" nel finale e non "uomo sconfitto" come nel romanzo.
Non mi dispiace questa versione cinematografica anche se è tutta sua.

Il romanzo invece non perdona, non fa sconti. Annulla la falsità della pastorale americana per aprire gli armadi e mostrare gli scheletri. E qui ci sono perfino dei morti. Ma i Levov non sono poi tanto diversi dagli altri... con frasi taglienti e storie cesellate addosso ai personaggi di contorno, è un bel "macigno" non solo metaforicamente.
Roth è prolisso, si sa. Non è facile da leggere e da tenere tutto a mente, consiglio di non distrarsi e di non fare troppa pausa, ma soprattutto di non leggere altro nel mezzo. Io ho fatto una maratona, e sono rimasta stordita per il volume di informazioni.

E' da assimilare e da metabolizzare. 
Lo stile è il suo solito, dopo "La macchia umana" e "Lamento di Portnoy" posso dire che mi sto abituando e alla fine ho accettato tutte le sue deviazioni dal ragionamento principale per poi tornarci alla fine. E' Roth, ma quello che lascia dentro come arricchimento è talmente prezioso che mi sta bene così.

Due riflessioni sui personaggi

Partiamo dal protagonista Seymor Levov, Lo Svedese; Ewan McGregor.


Ragazzo di successo a uomo fallito, che infine cerca di rifarsi una vita, ma con le ferite della prima.
Il percorso in salita fino a un picco massimo di perfezione; una bella casa, un lavoro sicuro, una moglie bellissima e una bambina dolcissima. Il sogno americano è diventato realtà.
E poi? Lo sfacelo di tutto.
Vittima suo malgrado di un cuore buono che non si arrende e combatte per la sua famiglia. Ma è talmente concentrato sulla figlia da scordarsi della moglie, che tanto diceva di amare.
Come molti, non riescono a combattere su più fronti e amare la figlia senza "tradire" la moglie, che abbandona spesso nel suo dolore.
Seymor rappresenta l'uomo vincente, eppure l'autore lo distrugge in tutti i modi, tentandolo anche con una ventenne, eppure lui non cede. In un certo modo, resta un puro, anche se sconfitto.
Una partita persa non fa di lui un perdente, credo voglia dire.
Ma una partita persa, non fa più di lui il vincente di un tempo e quindi lo ridimensiona a uomo comune.

La bellissima Dawn; Jennifer Connelly


Da reginetta di bellezza del New Jersey, a moglie per amore certo ma anche per convenzione sociale, a madre odiata senza un vero motivo, a donna spaccata e sofferente.
Dawn è il personaggio più fragile del romanzo. Dopo il matrimonio, segue il marito in campagna e si occupa di vacche. Detto tra noi, non è un destino che auguro se non a chi davvero vuole quel genere di vita. Comunque, si percepisce la sua silenziosa sofferenza anche quando Merry è in casa.
Ma quando sparisce e l'accusano di essere una terrorista, lei ha un crollo totale. Il dolore la porta a vendere le sue vacche e a vagare per la casa in attesa che Seymor torni con indizi o piste o altro che possano condurre alla figlia. Gli anni passano, e Dawn però non tiene.
Sempre da sola, ormai aggrappata al nulla. E si ritrova in una clinica psichiatrica per esaurimento.

Seymor sembra comprendere che deve gettare la spugna per la figlia, ma per salvare sua moglie. E così fa. Una nuova vita, in città. Un lifting che cancelli le rughe e la sofferenza e Dawn rifiorisce, ma appena Seymor torna a caccia, Dawn va con un altro (questo nel film), nel romanzo c'è il divorzio.

"Io volevo solo insegnare musica ai bambini" dice Dawn. "Ma tu eri così insistente..." dice al marito.
Ecco. E' colpa di Seymor e questo è il suo modo per farglielo capire dopo tanti anni. Le vacche al posto della musica perché lei doveva sposarsi, o che avrebbe pensato la gente della reginetta di bellezza? 
Molte donne hanno una vita infelice, fin dall'inizio. Lo avvertono, ma tentano di salvare ciò che possono. Solo quando è troppo tardi, capiscono che i cocci si possono incollare, ma resta un vaso rotto in ogni caso.

La figlia, Merry; Dakota Fanning


Merry è odiosa fin da piccola, ma l'amore di tutti quanti non è abbastanza. Una vita serena e quieta non è abbastanza. Lei rappresenta il nemico, la bomba silente che hai sotto il letto. Esploderà, è solo questione di tempo. Dire che è negativo è poco. Dire che non ho provato alcuna empatia per lei è poco, nemmeno quando subisce quel che si merita. Ammazzi gente, piazzi bombe e vai a "giocare" con gentaglia senza scrupoli, cosa ti aspetti? Carezze e slogan?

Ma inevitabilmente, quando la ritrovi come una sacerdotessa della setta "vattelapesca", un po' di pena te la fa anche se da una così non ti aspetti altro che un diverso tipo di crollo psicologico, come la madre. Si punisce da sola, resta nascosta. Certo andare in prigione sarebbe peggio. E allora fa la vittima... comodo. E ipocrita come il personaggio di Merry pretende.
"Non riuscirebbe a sostenere un interrogatorio del FBI e non sopravviverebbe alla prigione" dice un'amica a Seymor. Ha ragione.
Infatti ritorna alla luce del sole anni dopo, quando i tempi sono cambiati e non la cercano più.

La psicologa Sheila Smith; Molly Parker


Che dire? Non apprezzo molto la categoria, e qui il personaggio di Sheila è terrificante. Prima dice ai genitori che la balbuzie di Merry è causa loro "perché troppo belli e perfetti", poi quando Merry è più grande, la sostiene con la follia della rivoluzione di cui lei è simpatizzante e quindi mette la sua prima bomba uccidendo una persona innocente. Non soddisfatta, la nasconde a casa sua per poi spedirla "dai suoi amici radicali" (cito testuali parole) che la stupreranno e manipoleranno per anni.
Una grande amica, insomma. L'amica psicologa che tutti vorremmo.
Quando Seymor le dice che ora Merry è distrutta nel corpo e nella mente, lei dice "non dire certe cose..."
Doveva fare altro che non posso dire, ma Seymor è buono e non fa nulla.
Odio profondo per Sheila. Una serpe, ancora una volta la figura dello psicologo è gestita come un manipolatore che porta sulla via sbagliata.

L'amica terrorista Rita Cohen; Valorie Curry


L'amica che non vorresti, quella che vuole farsi tuo padre. Anche qui siamo ai margini della feccia umana. Rita è quella con cui Merry mette le bombe e poi si diverte. Lei è ricca e annoiata e quando va da Seymor alla fabbrica dei guanti con una scusa per poi trascinarlo in albergo, siamo alla follia di una mente malata e contorta.
Merry le ha parlato di quanto suo padre fosse un vincente e lei non vedeva l'ora di farselo.
Anche qui abbiamo un personaggio corrotto e deviato che l'autore dipinge a tratti, ma bastano per mostrare una parte di generazione allo sbando. Un pezzo di giovane America che brucia a causa di valori assenti, contorti e confusi.

Il padre di Seymor, Lou Levov; Peter Riegert


Lo adoro. Fin dall'inizio. Una figura attaccata alla proprie tradizioni, che conduce una vita semplice e serena lavorando ogni giorno da sempre. Ma che non impedisce al figlio di sposare una non ebrea.
Un tenero di cuore, insomma.
Un buon padre, un buon marito. Un uomo buono.
Una figura positiva e sempre presente per il figlio anche negli anni delle tragedie. Fino alla fine. E proprio alla fine l'autore me lo fa morire, come a dire che uomini così non ci sono più.

Ci sono altri personaggi, ma mi fermo qui. Da questo romanzo si potrebbe farne un'analisi comparata anche al periodo storico, infatti non a caso i personaggi vanno e vengono. Non a caso cambiano. Tutto il micro-mondo di Seymor è legato al macro-mondo politico e ai cambiamenti della società. Le rivolte e l'assalto alla fabbrica, per esempio.

Un romanzo superbo. Irriverente. Spietato.
Un capolavoro vero che potrebbe essere paragonato all'opera di Tolstoj "La morte di Ivan Il'ič" per alcuni aspetti tra Seymor e Ivan. Ma la Russia del XIX secolo invece che l'America degli anni '60, fanno dei due uomini, personaggi diversi e quindi con storie diverse.

Lo consiglio vivamente, sia libro che film.


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